Le macine centenarie sono tornate a girare

A Magnano, un giovane rilancia il mulino della bisnonna. Antichi mais autoctoni, grano saraceno, castagne e non solo: “una scelta di vita”.

Le macine centenarie sono tornate a girare
Pubblicato:
Aggiornato:

Il rumore delle macine, il profumo della farina, le scarpe imbiancate… le viuzze di Magnano si animano di suoni e odori dimenticati da quando, nel cuore del paese, l’antico mulino Ottino ha ripreso a funzionare.

Le due macine del Mulino Ottino
Le due macine del Mulino Ottino

Le origini del mulino

La sua storia inizia nel 1938, quando Felicita Carrera Ottino avvia l’attività in un edificio del centro installandovi due macine, precedentemente in uso in un vecchio mulino di Donato: un impianto innovativo per l’epoca, in quanto azionato con l’elettricità, a differenza dei mulini contemporanei, alimentati ad acqua. In tempo di guerra, il mulino riesce a sfamare la famiglia ed è una importante fonte di sostentamento per gli abitanti della zona; anche i partigiani attivi sulla Serra ne usufruiscono e vi trovano rifugio, esponendo la mugnaia a perquisizioni e minacce.

Ludovico Ottino nel suo mulino

L'abbandono e la rinascita

Il mulino viene poi portato avanti dal figlio Giovanni e dalla moglie Livia fino alla metà degli anni ’80, quando i loro due figli prendono altre strade e le macine si fermano rischiando, come per molti altri mulini della zona, l’abbandono definitivo.

Ma trent’anni dopo Pietro Ottino, uno dei figli, decide di non abbandonare il vecchio mulino e ristruttura lo stabile, recuperando la stessa atmosfera che vi si respirava ottant’anni fa. Il ‘nuovo’ mulino viene inaugurato nel 2013, con l’intenzione di realizzarvi un museo ma, visto che l’impianto – grazie all’intervento di bravi artigiani – è nuovamente funzionante, si pensa anche di riattivare la produzione. E poiché né Pietro – che lavora come rappresentante - né suo figlio Ludovico – che, dopo una laurea in filosofia, lavora come cuoco all’estero – hanno mai pensato di fare i mugnai, si cerca a lungo qualcuno a cui affidarlo.

La seconda vita del mulino

Le antiche macine in pietra

La soluzione però non si trova e così nel 2015 Pietro – che nel frattempo si è ritirato dal lavoro - decide di fare da sé, con l’aiuto del figlio, tornato nel Biellese dopo aver trovato impiego a Bose. E per il mulino arriva la svolta: Ludovico si appassiona a quello che inizialmente era quasi un gioco e decide di fare dell’attività di ‘mugnaio’ un vero e proprio lavoro: “una scelta di vita, a misura d’uomo”, la definisce lui, che nel frattempo ha messo su famiglia. Così ora è lui ad occuparsi della produzione, mentre suo padre continua ad occuparsi dell’aspetto commerciale. E l’attività riprende a girare, tanto che due anni fa si aggiunge una seconda macina, consentendo al mulino di produrre un’ampia gamma di farine: mais integrale, grano saraceno, segale, frumento, riso, castagne.
La macinazione si svolge secondo i metodi tradizionali, pur rispettando tutte le normative attuali, per offrire un prodotto di qualità e a km 0, ricercando nella zona antichi mais autoctoni e materie prime particolari. Le farine, curate anche nella confezione, vengono poi distribuite a gastronomie, drogherie, panetterie - nel Biellese e in molte zone della Valle d’Aosta e del Piemonte, arrivando fino alla Lombardia - oltre alla vendita diretta, sia sul web sia nei mercatini, nelle sagre, durante gli eventi come la Sagra della Patata di domenica prossima a Magnano, quando il mulino aprirà le porte a visitatori e curiosi. Il Vecchio Mulino 1838 Felicita Carrera Ottino è in Via Campi 3, Magnano Biellese, www.mulinoottino.it, tel. 337 247246.

Simona Perolo

LEGGI ANCHE: 'La patata dal giarin protagonista a Magnano'

Seguici sui nostri canali