Nei primi 9 mesi del 2017, l’export di made in Biella cresce del +8

Nei primi 9 mesi del 2017, l’export di made in Biella cresce del +8
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Continua a correre l’export del made in Piemonte. Nei primi nove mesi del 2017, il valore delle esportazioni piemontesi, infatti, si è attestato a 35,6 miliardi di euro, registrando una crescita dell’8,9% rispetto al dato evidenziato nello stesso periodo del 2016. I dati arrivano dalla rilevazione di Unioncamere Piemonte dalla quale emerge anche come, nello stesso periodo, la crescita dell’export biellese sia stata sostanzialmente nella media. Nel corso dei primi nove mesi del 2017, infatti, il valore delle esportazioni biellesi ha superato la quota di 1.415 milioni di euro, registrando un incremento pari all’8,8%. «I dati - spiegano dall’Ufficio Studi Camera Commercio Biella-Vercelli - devono chiaramente essere contestualizzati: questo +8,8% delle vendite estere di made in Biella deve pertanto essere comparato, oltre che con la crescita a livello regionale del +8,9%, anche con le crescite registrate a livello nazionale (+7,3%) e di ripartizione territoriale (Italia nord-occidentale media 8%)». La vicina provincia di Vercelli, nello stesso periodo esaminato, ha portato a casa una crescita delle vendite estere del +8,9%. «Le nostre due province, in questi primi tre trimestri del 2017, hanno proseguito nella ripresa delle vendite sui mercati esteri, collocandosi al di sopra della media nazionale ed in linea con quella regionale - commenta il presidente della Camera di Commercio di Biella e Vercelli, Alessandro Ciccioni -. I comparti strategici delle due realtà registrano in generale trend positivi, confermando come l’export sia un fattore di traino per l'economia, non solo locale, in un periodo in cui la fiducia di consumatori e imprese non sembra favorire la ripresa dei consumi interni. Certamente il merito di questa crescita è da ascrivere alla maggior intraprendenza delle nostre imprese, ricordando come la Camera di Commercio è da sempre vicina, con una ampia offerta di servizi a chi si vuole approcciare sui mercati internazionali». Le attività manifatturiere costituiscono la componente quasi esclusiva dell’export provinciale biellese. A registrare un incremento di assoluta rilevanza sono stati gli articoli di abbigliamento (+21,4%), le bevande, con un  significativo +24,3% (dato quest’ultimo da leggere comunque in relazione ai bassi valori assoluti), le altre attività manifatturiere (+20,5%). Più timida, invece, è stata la dinamica per i prodotti tessili (+4,4%) che rappresentano tuttavia il principale settore (con una quota pari al 58,2% del totale export provinciale). Sostanzialmente stabile si è rivelata la meccanica, mentre un calo è stato registrato dal settore dell’agricoltura (-21,7%) che, in termini assoluti, ha però residua incidenza sulla quota totale, la cui perdita trova compensazione nel comparto degli altri prodotti che segna un incremento del 56,6%. Significativa è anche la geografia dei mercati di sbocco dell’export di made in Biella. L’Unione Europea si conferma la destinazione principale delle esportazioni biellesi, assorbendo il 59,7% delle vendite all’estero. E a rivelarsi in crescita sono state le vendite verso tutti i Paesi continentali più rappresentativi per l’export locale: tra quelli che rivestono il maggior peso, le dinamiche più significative si sono registrate verso la Germania (+6,4%) e il Regno Unito (+33,9%), divenuto il secondo mercato di destinazione in ordine di importanza superando la Francia (+1,5%). Buona anche la crescita risentita verso la Romania (+12,8%), l’Austria (+10,8%) e il Belgio (+20%). In totale, l’export biellese diretto verso i paesi dell’area comunitaria ha ottenuto un risultato positivo pari a +10,3%. Se, nei mercati extra Ue, l’ aumento complessivo è stato del +6,7%, le dinamiche delle vendite con i singoli Paesi di destinazione non sono state, invece, univoche. La Cina, per esempio, si è consolidata come il primo Paese di sbocco fuori dai confini europei, rappresentando il quarto mercato in assoluto e assorbendo una quota del 7,2% dell’export totale biellese con un significativo incremento del +22% su base tendenziale. Buono si è rivelato anche il flusso sul mercato Usa, con il +28,5%, e su quello della Corea del Sud (+13,2%). Flessioni, invece, si sono registrate per le esportazioni verso Paesi rilevanti come mercati di riferimento: la Svizzera (-7,1%) e il Giappone (-8,2%).

Giovanni Orso

Continua a correre l’export del made in Piemonte. Nei primi nove mesi del 2017, il valore delle esportazioni piemontesi, infatti, si è attestato a 35,6 miliardi di euro, registrando una crescita dell’8,9% rispetto al dato evidenziato nello stesso periodo del 2016. I dati arrivano dalla rilevazione di Unioncamere Piemonte dalla quale emerge anche come, nello stesso periodo, la crescita dell’export biellese sia stata sostanzialmente nella media. Nel corso dei primi nove mesi del 2017, infatti, il valore delle esportazioni biellesi ha superato la quota di 1.415 milioni di euro, registrando un incremento pari all’8,8%. «I dati - spiegano dall’Ufficio Studi Camera Commercio Biella-Vercelli - devono chiaramente essere contestualizzati: questo +8,8% delle vendite estere di made in Biella deve pertanto essere comparato, oltre che con la crescita a livello regionale del +8,9%, anche con le crescite registrate a livello nazionale (+7,3%) e di ripartizione territoriale (Italia nord-occidentale media 8%)». La vicina provincia di Vercelli, nello stesso periodo esaminato, ha portato a casa una crescita delle vendite estere del +8,9%. «Le nostre due province, in questi primi tre trimestri del 2017, hanno proseguito nella ripresa delle vendite sui mercati esteri, collocandosi al di sopra della media nazionale ed in linea con quella regionale - commenta il presidente della Camera di Commercio di Biella e Vercelli, Alessandro Ciccioni -. I comparti strategici delle due realtà registrano in generale trend positivi, confermando come l’export sia un fattore di traino per l'economia, non solo locale, in un periodo in cui la fiducia di consumatori e imprese non sembra favorire la ripresa dei consumi interni. Certamente il merito di questa crescita è da ascrivere alla maggior intraprendenza delle nostre imprese, ricordando come la Camera di Commercio è da sempre vicina, con una ampia offerta di servizi a chi si vuole approcciare sui mercati internazionali». Le attività manifatturiere costituiscono la componente quasi esclusiva dell’export provinciale biellese. A registrare un incremento di assoluta rilevanza sono stati gli articoli di abbigliamento (+21,4%), le bevande, con un  significativo +24,3% (dato quest’ultimo da leggere comunque in relazione ai bassi valori assoluti), le altre attività manifatturiere (+20,5%). Più timida, invece, è stata la dinamica per i prodotti tessili (+4,4%) che rappresentano tuttavia il principale settore (con una quota pari al 58,2% del totale export provinciale). Sostanzialmente stabile si è rivelata la meccanica, mentre un calo è stato registrato dal settore dell’agricoltura (-21,7%) che, in termini assoluti, ha però residua incidenza sulla quota totale, la cui perdita trova compensazione nel comparto degli altri prodotti che segna un incremento del 56,6%. Significativa è anche la geografia dei mercati di sbocco dell’export di made in Biella. L’Unione Europea si conferma la destinazione principale delle esportazioni biellesi, assorbendo il 59,7% delle vendite all’estero. E a rivelarsi in crescita sono state le vendite verso tutti i Paesi continentali più rappresentativi per l’export locale: tra quelli che rivestono il maggior peso, le dinamiche più significative si sono registrate verso la Germania (+6,4%) e il Regno Unito (+33,9%), divenuto il secondo mercato di destinazione in ordine di importanza superando la Francia (+1,5%). Buona anche la crescita risentita verso la Romania (+12,8%), l’Austria (+10,8%) e il Belgio (+20%). In totale, l’export biellese diretto verso i paesi dell’area comunitaria ha ottenuto un risultato positivo pari a +10,3%. Se, nei mercati extra Ue, l’ aumento complessivo è stato del +6,7%, le dinamiche delle vendite con i singoli Paesi di destinazione non sono state, invece, univoche. La Cina, per esempio, si è consolidata come il primo Paese di sbocco fuori dai confini europei, rappresentando il quarto mercato in assoluto e assorbendo una quota del 7,2% dell’export totale biellese con un significativo incremento del +22% su base tendenziale. Buono si è rivelato anche il flusso sul mercato Usa, con il +28,5%, e su quello della Corea del Sud (+13,2%). Flessioni, invece, si sono registrate per le esportazioni verso Paesi rilevanti come mercati di riferimento: la Svizzera (-7,1%) e il Giappone (-8,2%).

Giovanni Orso

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