Micro-imprese, export a Biella +7,8%

Micro-imprese, export a Biella +7,8%
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Si chiamano micro-piccole imprese (Mpi) e sono realtà, principalmente operative nel settore artigiano, e coprono specialità merceologiche quali alimentare, tessile, abbigliamento, calzature, legno, mobili, prodotti in metallo, gioielleria e altre manifatture. Sono realtà piccole e combattive  delle quali è costituito sostanzialmente il tessuto imprenditoriale italiano. Ebbene, uno studio di Confartigianato ha evidenziato che, negli ultimi dodici mesi, a livello nazionale, l’export dei settori a maggior concentrazione di Mpi ha raggiunto una incidenza sul Pil del 7,2%: il massimo storico degli ultimi venti anni. A toccare il massimo, sempre a livello nazionale, è stato anche il saldo degli scambi commerciali dei settori di Mpi, positivo per 38.948 milioni di euro. Nei primi nove mesi del 2017, dettaglia lo studio di Confartigianato, l’export dei settori di Mpi è salito del 5,1% complessivo: in sintesi, del +6,6% nei Paesi al di fuori dell’Ue a 28 e del +3,9% all’interno dell’Ue.

L’esame delle tendenze sul territorio mette in luce che nei primi nove mesi del 2017 tra le maggiori regioni si osserva una crescita dell’export di Mpi a doppia cifra in Piemonte (+10,3%, trainata dall’aumento del 28,9% delle Altre Manifatturiere), Friuli-Venezia Giulia (+10,0% trainata dal +20,6% dei Prodotti in metallo). Tra le province piemontesi si riscontra una crescita a doppia cifra delle vendite all’estero nei settori di Mpi ad Alessandria (+29,3%, su cui incide il +37,0% di Gioielleria, bigiotteria e articoli connessi, pietre preziose lavorate), e Cuneo (+11,4%, trainato dal +16,5% dell’Alimentare). Segue, con aumenti sopra alla media,  Biella (+7,8%). Seguono infine: Asti (+4,9%), Vco (+3,8%), Torino  +3,5% e infine Novara (-0,6%). Il grado di esposizione, dato dal rapporto tra le esportazioni nei settori di Mpi e il valore aggiunto territoriale, mostra il valore più elevato in Veneto con il 19,16%, più che doppio rispetto alla media dell’8,41%. Superiore alla media nazionale, seppur lungi dal dato del Veneto, è anche il grado di esposizione del Piemonte, con il 9,97%.

In chiave settoriale, il settore a maggiore crescita per vendite all’estero è quello delle Altre manifatture in salita del 7,8% - spinto dal +12,2% della Gioielleria - seguito da Metalli con il 7,1%, Legno con il 5,8%, Alimentare e Pelle che crescono entrambi del 5,4%, Abbigliamento con il 3,8%, Mobili con il 2,9% e Tessile con l’1%. «I dati dell’export in Piemonte nei primi nove mesi del 2017 - sottolinea Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Piemonte - sono molto lusinghieri, infatti registriamo una crescita a doppia cifra per il Piemonte (+10,3%). Le nostre imprese sanno conquistare i mercati esteri con l’alta qualità di prodotti made in Italy che nascono in larga parte nell’artigianato e nelle piccole aziende. Per questo occorre valorizzare questa risorsa e offrire ai piccoli imprenditori gli strumenti per fare rete».
Giovanni Orso

Si chiamano micro-piccole imprese (Mpi) e sono realtà, principalmente operative nel settore artigiano, e coprono specialità merceologiche quali alimentare, tessile, abbigliamento, calzature, legno, mobili, prodotti in metallo, gioielleria e altre manifatture. Sono realtà piccole e combattive  delle quali è costituito sostanzialmente il tessuto imprenditoriale italiano. Ebbene, uno studio di Confartigianato ha evidenziato che, negli ultimi dodici mesi, a livello nazionale, l’export dei settori a maggior concentrazione di Mpi ha raggiunto una incidenza sul Pil del 7,2%: il massimo storico degli ultimi venti anni. A toccare il massimo, sempre a livello nazionale, è stato anche il saldo degli scambi commerciali dei settori di Mpi, positivo per 38.948 milioni di euro. Nei primi nove mesi del 2017, dettaglia lo studio di Confartigianato, l’export dei settori di Mpi è salito del 5,1% complessivo: in sintesi, del +6,6% nei Paesi al di fuori dell’Ue a 28 e del +3,9% all’interno dell’Ue.

L’esame delle tendenze sul territorio mette in luce che nei primi nove mesi del 2017 tra le maggiori regioni si osserva una crescita dell’export di Mpi a doppia cifra in Piemonte (+10,3%, trainata dall’aumento del 28,9% delle Altre Manifatturiere), Friuli-Venezia Giulia (+10,0% trainata dal +20,6% dei Prodotti in metallo). Tra le province piemontesi si riscontra una crescita a doppia cifra delle vendite all’estero nei settori di Mpi ad Alessandria (+29,3%, su cui incide il +37,0% di Gioielleria, bigiotteria e articoli connessi, pietre preziose lavorate), e Cuneo (+11,4%, trainato dal +16,5% dell’Alimentare). Segue, con aumenti sopra alla media,  Biella (+7,8%). Seguono infine: Asti (+4,9%), Vco (+3,8%), Torino  +3,5% e infine Novara (-0,6%). Il grado di esposizione, dato dal rapporto tra le esportazioni nei settori di Mpi e il valore aggiunto territoriale, mostra il valore più elevato in Veneto con il 19,16%, più che doppio rispetto alla media dell’8,41%. Superiore alla media nazionale, seppur lungi dal dato del Veneto, è anche il grado di esposizione del Piemonte, con il 9,97%.

In chiave settoriale, il settore a maggiore crescita per vendite all’estero è quello delle Altre manifatture in salita del 7,8% - spinto dal +12,2% della Gioielleria - seguito da Metalli con il 7,1%, Legno con il 5,8%, Alimentare e Pelle che crescono entrambi del 5,4%, Abbigliamento con il 3,8%, Mobili con il 2,9% e Tessile con l’1%. «I dati dell’export in Piemonte nei primi nove mesi del 2017 - sottolinea Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Piemonte - sono molto lusinghieri, infatti registriamo una crescita a doppia cifra per il Piemonte (+10,3%). Le nostre imprese sanno conquistare i mercati esteri con l’alta qualità di prodotti made in Italy che nascono in larga parte nell’artigianato e nelle piccole aziende. Per questo occorre valorizzare questa risorsa e offrire ai piccoli imprenditori gli strumenti per fare rete».
Giovanni Orso

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