Meccanotessile: ordini in aumento nel III trimestre

Meccanotessile: ordini in aumento nel III trimestre
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Anche nel terzo trimestre dell’anno, la raccolta di ordini di macchine tessili made in Italy è proseguita all’insegna del segno più. Il dato arriva dalla rilevazione congiunturale di Acimit, l’associazione che raccoglie i produttori italiani di meccanotessile e che rappresenta un settore industriale che comprende circa 300 aziende che impiegano circa 12 mila  persone e che produce macchinari per un valore complessivo di circa 2,7 miliardi di euro, di cui l’85% viene esportato. La crescita sul mercato italiano continua, seppure su ritmi più contenuti,  mentre la proroga delle misure del Piano 4.0  potrebbe efficacemente servire a tenere viva la spinta verso la digitalizzazione dell’intera filiera tessile. Ora, secondo i dati elaborati da Acimit, l’indice degli ordini per le macchine tessili, nel periodo luglio-settembre 2017 è aumentato del 6% rispetto al medesimo periodo del 2016. Il valore dell’indice si è attestato a 107,3 punti (base 2010=100).  Nel dettaglio, nel periodo considerato si riscontra un incremento della raccolta sui mercati esteri (pari al 6%), con l’indice che ha raggiunto un valore di 119,4 punti. Sul mercato italiano l’incremento è stato, invece, dell’8% ed il valore assoluto dell’indice è stato pari a 51,5 punti

«La raccolta ordini - commenta il presidente di Acimit, Alessandro Zucchi - continua su un percorso di crescita che ci rende fiduciosi per una chiusura d’anno positiva». I principali mercati esteri del macchinario italiano mostrano una domanda ancora sostenuta, mentre sul mercato italiano la crescita continua, anche se a ritmi inferiori rispetto a quelli del trimestre aprile-giugno.

«Le misure relative a Industria 4.0, previste nella prossima Legge di Bilancio - continua Zucchi -, potranno tenere viva la spinta verso quel processo di digitalizzazione necessario all’intera filiera del tessile italiano». Importante, nell’analisi di Acimit,  è soprattutto l’attenzione rivolta dal Governo alle risorse umane, focalizzata sul credito d’imposta per l’attività di formazione avviata in materia di Industria 4.0. «Un’industria efficiente e produttiva - conclude il presidente di Acimit -, non può prescindere dalla preparazione e dal livello conoscitivo delle proprie risorse umane». I dati di Acimit, peraltro, confermano anche per il terzo trimestre un trend già proprio del secondo trimestre dell’anno. I dati diffusi nei giorni scorsi dal Monitor dei Distretti di Intesa Sanpaolo e riguardanti l’export di macchine tessili made in Biella durante il periodo aprile-giugno 2017 parlano chiaro. Per quanto concerne, infatti, le macchine tessili made in Biella, la crescita di export è stata del +16,4% tendenziale e appare come il risultato di un aumento delle esportazioni verso il maggior mercato di sbocco del distretto, ossia la Cina, e verso un altro importante mercato, la Germania, dove le vendite estere di macchinario tessile, nel periodo, biellese sono triplicate su base tendenziale. Un forte aumento dei flussi di export, tuttavia, si è registrato anche verso il Bangladesh e l’Ungheria.

Giovanni Orso

Anche nel terzo trimestre dell’anno, la raccolta di ordini di macchine tessili made in Italy è proseguita all’insegna del segno più. Il dato arriva dalla rilevazione congiunturale di Acimit, l’associazione che raccoglie i produttori italiani di meccanotessile e che rappresenta un settore industriale che comprende circa 300 aziende che impiegano circa 12 mila  persone e che produce macchinari per un valore complessivo di circa 2,7 miliardi di euro, di cui l’85% viene esportato. La crescita sul mercato italiano continua, seppure su ritmi più contenuti,  mentre la proroga delle misure del Piano 4.0  potrebbe efficacemente servire a tenere viva la spinta verso la digitalizzazione dell’intera filiera tessile. Ora, secondo i dati elaborati da Acimit, l’indice degli ordini per le macchine tessili, nel periodo luglio-settembre 2017 è aumentato del 6% rispetto al medesimo periodo del 2016. Il valore dell’indice si è attestato a 107,3 punti (base 2010=100).  Nel dettaglio, nel periodo considerato si riscontra un incremento della raccolta sui mercati esteri (pari al 6%), con l’indice che ha raggiunto un valore di 119,4 punti. Sul mercato italiano l’incremento è stato, invece, dell’8% ed il valore assoluto dell’indice è stato pari a 51,5 punti

«La raccolta ordini - commenta il presidente di Acimit, Alessandro Zucchi - continua su un percorso di crescita che ci rende fiduciosi per una chiusura d’anno positiva». I principali mercati esteri del macchinario italiano mostrano una domanda ancora sostenuta, mentre sul mercato italiano la crescita continua, anche se a ritmi inferiori rispetto a quelli del trimestre aprile-giugno.

«Le misure relative a Industria 4.0, previste nella prossima Legge di Bilancio - continua Zucchi -, potranno tenere viva la spinta verso quel processo di digitalizzazione necessario all’intera filiera del tessile italiano». Importante, nell’analisi di Acimit,  è soprattutto l’attenzione rivolta dal Governo alle risorse umane, focalizzata sul credito d’imposta per l’attività di formazione avviata in materia di Industria 4.0. «Un’industria efficiente e produttiva - conclude il presidente di Acimit -, non può prescindere dalla preparazione e dal livello conoscitivo delle proprie risorse umane». I dati di Acimit, peraltro, confermano anche per il terzo trimestre un trend già proprio del secondo trimestre dell’anno. I dati diffusi nei giorni scorsi dal Monitor dei Distretti di Intesa Sanpaolo e riguardanti l’export di macchine tessili made in Biella durante il periodo aprile-giugno 2017 parlano chiaro. Per quanto concerne, infatti, le macchine tessili made in Biella, la crescita di export è stata del +16,4% tendenziale e appare come il risultato di un aumento delle esportazioni verso il maggior mercato di sbocco del distretto, ossia la Cina, e verso un altro importante mercato, la Germania, dove le vendite estere di macchinario tessile, nel periodo, biellese sono triplicate su base tendenziale. Un forte aumento dei flussi di export, tuttavia, si è registrato anche verso il Bangladesh e l’Ungheria.

Giovanni Orso

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