L'industria biellese frena l'ottimismo

Il manifatturiero piemontese sul terzo trimestre rivede il clima di fiducia.

L'industria biellese frena l'ottimismo
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Nell'industria biellese previsione caute per il terzo trimestre.

Peggiora il saldo ottimisti-pessimisti nell'industria biellese

Il saldo ottimisti-pessimisti circa le previsioni sull'andamento dell'industria biellese nel terzo trimestre 2018 peggiora. Dal precedente saldo di +8,1% passa a 0%, con un pareggio tra ottimisti e pessimisti. Si tratta di un risultato che arriva dall'indagine congiunturale elaborata da Confindustria Piemonte  e realizzata con Unioncamere, UniCredit e Intesa Sanpaolo. Il dato biellese è comunque in tendenza con quello regionale. Anche qui il clima di fiducia dell'industria piemontese per il terzo trimestre raffredda. L'indagine ha riguardato un campione di 850 aziende del manifatturiero piemontese e 300 del settore servizi.

Protezionismo e incertezze politiche fattori frenanti

«Le valutazioni delle imprese piemontesi riflettono le crescenti criticità dello scenario geopolitico internazionale e italiano - ha detto il presidente di Confindustria Piemonte, Fabio Ravanelli, durante la presentazione dell'indagine che contiene anche il dato sull'industria biellese -. In effetti, se i dati economici continuano a essere complessivamente positivi, è soprattutto sul piano della politica che vi sono grandi preoccupazioni. Il protezionismo sempre più esplicito e aggressivo degli Stati Uniti ha ormai superato la fase da campagna elettorale e potrebbe scatenare una spirale di ritorsioni che per la nostra industria sarebbero molto pericolose».

Fiducia in calo in tutte le province

A livello piemontese, il saldo sui livelli produttivi per il terzo trimestre passa da +16,3% a +9,6%, quello sull’occupazione da +11,2% a +9,1% e quello sugli ordinativi totali da +14,9% a +9,6%. Oltre al dato dell'industria biellese, il trend di fiducia è in calo in tuute le province. Meno forte il calo dellee attese nelle aree di Cuneo (da +19,8 a +11,8%), Novara (da +27,2 a +23,6%) e Alessandria (da +26,8 a +14,1%), mentre a Torino (da +13,5 a +8,5%), Biella (da +8,1 a 0,0%), Verbania e Vercelli il raffreddamento è più visibile (rispettivamente da +7,7 a 0,0% e da +18,4 a +7,0). Anche le quasi 300 aziende piemontesi del campione del comparto “Servizi” esprimono valutazioni più caute. Il saldo ottimisti-pessimisti sui livelli di attività perde oltre 10 punti percentuali, da +26,5% al +15,8%.

GIOVANNI ORSO

 

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