Concorrenza sleale meno pesante per l'artigianato biellese

Studio di Confartigianato sulla quota di imprese artigiane esposte al dumping del sommerso.

Concorrenza sleale meno pesante per l'artigianato biellese
Pubblicato:
Aggiornato:

Concorrenza sleale dell'abusivismo sotto la media nel Biellese.

La quota di imprese artigiane esposte alla concorrenza sleale è del 65,8% in Piemonte

Le imprese artigiane si trovano a dover fronteggiare il nemico dell’abusivismo. Biella (con Novara e Verbania) si colloca, però, sotto la media nazionale e regionale per quanto riguarda l’esposizione alla concorrenza sleale del sommerso. I dati arrivano da uno studio di Confartigianato.  Lo studio conta 1 occupato indipendente non regolare ogni 5,7% indipendenti regolari. Qual è la quota di imprese artigiane maggiormente esposte alla concorrenza sleale del sommerso? In Piemonte, essa è con il 65,8%,. Tale quota, pertanto, collocail Piemonte  all’ottavo posto della classifica regionale in materia.

A Biella la quota scende a 62,9%

La concorrenza sleale del sommerso, a Biella, incide sul 62,9% di imprese artigiane. A Verbania e Novara, del 64,5%. Torino (66,9%), Vercelli (66,6%), Asti (65,6%), Cuneo (65,1%) sono superiori alla media nazionale (64,7%) per quanto riguarda l’esposizione alla concorrenza sleale del sommerso. A livello provinciale, il valore massimo relativo all’esposizione  del sommerso si registra a Imperia (74,4%). A livello reagionale (72,8%), in Liguria. La diversa composizione settoriale dell’artigianato sui territori determina le diverse quote di imprese artigiane esposte alla concorrenza sleale del sommerso.

I comparti su cui incide la concorrenza sleale

Lo studio indaga anche la concorrenza sleale del sommerso sulle imprese artigiane per i comparti. Per il Piemonte, li settori maggiormente esposto alla concorrenza sleale è quello delle costruzioni (63,6%). A seguire, servizi alla persona (20,2%) e trasporti e magazzinaggio (8,5%).  La percentuale scende per i servizi di alloggio e ristorazione (4,4%). Risale per servizi di informazione e comunicazione (1,4%), agricoltura (1%), fabbricazione di mezzi di trasporto (0,5%). Stabile la quota nell'istruzione (0,2%), fabbricazione di prodotti chimici (0,2%), industria estrattiva (0,1%).«L’abusivismo - commenta Giorgio Felici (Confartigianato Piemonte) - non significa solo minor reddito per gli imprenditori onesti. Esso significa anche migliaia di posti di lavoro in meno per i nostri giovani. La concorrenza sleale del sommerso alimenta inoltre le organizzazioni malavitose».

Giovanni Orso

Seguici sui nostri canali