Industria: verso la proroga del super-ammortamento

Industria: verso la proroga del super-ammortamento
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Il “pacchetto” della prossima manovra  concernente l’industria sta prendendo forma. Secondo le prime ipotesi, quattro sarebbero i pilastri su cui starebbe lavorando l’Esecutivo. In primis,  il Governo punterebbe a un’estensione, a tutto dicembre 2018, dell’iper-ammortamento ossia l’incentivo del Piano Industria 4.0 che prevede una maggiorazione dell’ammortamento fiscale sino al 250% sui beni funzionali alla digitalizzazione produttiva. Stessa linea sul cosiddetto “super-ammortamento”, il bonus che prevede una maggiorazione dell’ammortamento fiscale al 140% in relazione agli investimenti in macchinari tradizionali. Terzo pilastro, poi,  sarebbe l’inserimento nella prossima legge di bilancio  di un bonus fiscale sulla formazione nella forma di un credito di imposta per spese concernenti la digitalizzazione nei processi produttivi (50% sino a 20 milioni di euro). Infine, sarebbe allo studio anche un rifinanziamento del “Piano straordinario per il made in Italy”, con una dote aggiuntiva di 150 milioni rispetto allo stanziamento ordinario annuo di 50 milioni. Insomma, un “pacchetto” di ipotesi che il sistema industriale piemontese, nella settimana di ripresa post-ferie, accoglie positivamente. «Premesso che si tratta di ipotesi, non ancora formalizzate in termini operativi e che devono attendere conferma dall'attività di Governo  - osserva, infatti, il presidente di Confindustria Piemonte nonché degli industriali novaresi, Fabio Ravanelli -, si tratta sicuramente di buone notizie. La proroga dell’iper-ammortamento, data ormai per scontata dagli operatori economici, ai quali servono strumenti in grado di sostenere le imprese nella transizione verso Industria 4.0, risponde, infatti, alle esigenze di produrre con tecnologie sempre più evolute, ma è molto importante anche il fatto che potrebbero essere mantenuti gli incentivi fiscali per le “macchine” più tradizionali. Per esempio, gli investimenti per il rinnovo degli impianti, secondo le periodiche rilevazioni congiunturali dell’Ain, costituiscono una percentuale rilevante delle spese delle aziende e si attestano da tre anni sopra il 40%, con il dato più recente che prevede vi faccia ricorso il 46,8% delle imprese novaresi. Altrettanto importante è l’ipotesi di sostenere, attraverso nuovi crediti di imposta, gli investimenti in formazione: la “rivoluzione” di Industria 4.0 deve mettere al centro anche l’individuazione di strumenti e strategie per l’acquisizione delle competenze necessarie affinché tutto il personale sia in grado di stare “al passo” con le trasformazioni delle tecnologie e dei processi produttivi. Il rifinanziamento del Piano straordinario per il made in Italy, infine, non può che vederci altrettanto favorevoli». Proprio il tema dell’internazionalizzazione è assai importante per l’economia di una regione come il Piemonte. Basti pensare all’inizio d’anno particolarmente brillante per i distretti piemontesi le cui esportazioni sono aumentate del 14,2% tendenziale, più del doppio rispetto alle esportazioni distrettuali italiane, cresciute nel primo trimestre 2017 del 6,4%. L’ipotesi di una dote aggiuntiva di 150 milioni per il Piano Made in Italy, viene, pertanto, salutata con favore anche in sede Smi. «Come Smi - commenta il direttore generale dell’associazione, Gianfranco Di Natale - siamo sempre stati in prima linea sul fronte dell’internazionalizzazione del settore dove, però, la situazione resta ancora  eterogenea, con aziende già decisamente export oriented e altre che devono ancora compiere alcuni passi necessari nel dotarsi di dimensioni adatte. Questo “tesoretto” aggiuntivo al “Piano straordinario” può costituire una dote preziosa per implementare l’azione di internazionalizzazione delle aziende nel senso di favorire lo sviluppo di una mentalità imprenditoriale capace di dotarsi delle strutture necessarie a affrontare nuovi mercati: nel tessile-abbigliamento, infatti, il made in Italy di alto livello non può ormai prescindere da questo approccio».

Giovanni Orso 

Il “pacchetto” della prossima manovra  concernente l’industria sta prendendo forma. Secondo le prime ipotesi, quattro sarebbero i pilastri su cui starebbe lavorando l’Esecutivo. In primis,  il Governo punterebbe a un’estensione, a tutto dicembre 2018, dell’iper-ammortamento ossia l’incentivo del Piano Industria 4.0 che prevede una maggiorazione dell’ammortamento fiscale sino al 250% sui beni funzionali alla digitalizzazione produttiva. Stessa linea sul cosiddetto “super-ammortamento”, il bonus che prevede una maggiorazione dell’ammortamento fiscale al 140% in relazione agli investimenti in macchinari tradizionali. Terzo pilastro, poi,  sarebbe l’inserimento nella prossima legge di bilancio  di un bonus fiscale sulla formazione nella forma di un credito di imposta per spese concernenti la digitalizzazione nei processi produttivi (50% sino a 20 milioni di euro). Infine, sarebbe allo studio anche un rifinanziamento del “Piano straordinario per il made in Italy”, con una dote aggiuntiva di 150 milioni rispetto allo stanziamento ordinario annuo di 50 milioni. Insomma, un “pacchetto” di ipotesi che il sistema industriale piemontese, nella settimana di ripresa post-ferie, accoglie positivamente. «Premesso che si tratta di ipotesi, non ancora formalizzate in termini operativi e che devono attendere conferma dall'attività di Governo  - osserva, infatti, il presidente di Confindustria Piemonte nonché degli industriali novaresi, Fabio Ravanelli -, si tratta sicuramente di buone notizie. La proroga dell’iper-ammortamento, data ormai per scontata dagli operatori economici, ai quali servono strumenti in grado di sostenere le imprese nella transizione verso Industria 4.0, risponde, infatti, alle esigenze di produrre con tecnologie sempre più evolute, ma è molto importante anche il fatto che potrebbero essere mantenuti gli incentivi fiscali per le “macchine” più tradizionali. Per esempio, gli investimenti per il rinnovo degli impianti, secondo le periodiche rilevazioni congiunturali dell’Ain, costituiscono una percentuale rilevante delle spese delle aziende e si attestano da tre anni sopra il 40%, con il dato più recente che prevede vi faccia ricorso il 46,8% delle imprese novaresi. Altrettanto importante è l’ipotesi di sostenere, attraverso nuovi crediti di imposta, gli investimenti in formazione: la “rivoluzione” di Industria 4.0 deve mettere al centro anche l’individuazione di strumenti e strategie per l’acquisizione delle competenze necessarie affinché tutto il personale sia in grado di stare “al passo” con le trasformazioni delle tecnologie e dei processi produttivi. Il rifinanziamento del Piano straordinario per il made in Italy, infine, non può che vederci altrettanto favorevoli». Proprio il tema dell’internazionalizzazione è assai importante per l’economia di una regione come il Piemonte. Basti pensare all’inizio d’anno particolarmente brillante per i distretti piemontesi le cui esportazioni sono aumentate del 14,2% tendenziale, più del doppio rispetto alle esportazioni distrettuali italiane, cresciute nel primo trimestre 2017 del 6,4%. L’ipotesi di una dote aggiuntiva di 150 milioni per il Piano Made in Italy, viene, pertanto, salutata con favore anche in sede Smi. «Come Smi - commenta il direttore generale dell’associazione, Gianfranco Di Natale - siamo sempre stati in prima linea sul fronte dell’internazionalizzazione del settore dove, però, la situazione resta ancora  eterogenea, con aziende già decisamente export oriented e altre che devono ancora compiere alcuni passi necessari nel dotarsi di dimensioni adatte. Questo “tesoretto” aggiuntivo al “Piano straordinario” può costituire una dote preziosa per implementare l’azione di internazionalizzazione delle aziende nel senso di favorire lo sviluppo di una mentalità imprenditoriale capace di dotarsi delle strutture necessarie a affrontare nuovi mercati: nel tessile-abbigliamento, infatti, il made in Italy di alto livello non può ormai prescindere da questo approccio».

Giovanni Orso 

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