Industria biellese: nel II trimestre, crescita lenta (+0,8%)

Industria biellese: nel II trimestre, crescita lenta (+0,8%)
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Una lieve crescita della produzione industriale e degli ordinativi, ma anche una disomogeneità di andamento tra i vari comparti manifatturieri: è questo il quadro dell’industria biellese durante il secondo trimestre dell’anno come esce elaborato dall’Ufficio Studi di Camera Commercio Biella-Vercelli. I dati biellesi, nel confronto con quelli che fotografano la congiuntura industriale regionale dello stesso periodo, mettono in luce un rallentamento. A livello piemontese, infatti, secondo l’analisi di Unioncamere Piemonte diffusa lunedì, la produzione industriale ha registrato una crescita tendenziale del +3,2%. L’incremento della produzione industriale si associa a quello tendenziale degli ordinativi interni (+2,7%) e esteri (+2,4%). Nel Biellese, tra aprile e giugno 2017, la variazione tendenziale grezza della produzione industriale è stata del +0,8%. Questo leggero aumento della produzione biellese è anche il risultato di andamenti non uniformi tra i diversi settori. Accanto al buon momento della meccanica (+6,5%) e al lieve aumento delle “altre industrie manifatturiere” (+1%), si è, infatti, assistito alla sostanziale stabilità della filatura (+0,4%) e al leggero calo della tessitura (-0,6%), mentre hanno mostrato battute d’arresto il finissaggio (-2,5%) e le altre industrie tessili (-2,8%). A risultare in leggero aumento sono stati gli ordinativi provenienti dal mercato nazionale (+2,9%) ed estero (+2,3%), con alcuni settori che però denunciano cali, anche importanti, come le altre industrie tessili (-6% gli ordinativi dal mercato interno)  e la filatura che ha visto contrarsi del -4,7% la domanda da quello estero. Il fatturato totale è rimasto stazionario (+0,1%), mentre quello estero si è mostrato in aumento del +3,1%. Circa le previsioni per il terzo trimestre, elaborate dall’Ufficio Studi Uib, esse sono connotare dalla prudenza. la rilevazione relativa al terzo trimestre riflette una maggiore cautela nelle previsioni delle aziende. «La maggiore prudenza – spiega il vicepresidente Uib Emanuele Scribanti -  è dovuta principalmente al fatto che luglio-settembre sono mesi nei quali, di norma, mancano le certezze per quanto riguarda il sell out dei clienti finali, una circostanza che rende più difficile essere ottimisti nelle previsioni, in particolare nei confronti di quei fattori che non dipendono direttamente dall’operato degli imprenditori, come cassa integrazione e ordinativi. Diverso il caso degli investimenti, risultati molto simili rispetto al terzo trimestre del 2016. Ad avvalorare questa lettura degli indicatori previsionali, l’andamento degli altri settori biellesi, che è più simile alla media piemontese, segno che i dati globali sono molto influenzati dalla nostra appartenenza al settore tessile. Anche le aspettative riguardanti il quarto trimestre 2017, tuttora in fase di elaborazione, non fanno che confermare quanto il tessile sia molto legato alla sua stagionalità».

Giovanni Orso

Una lieve crescita della produzione industriale e degli ordinativi, ma anche una disomogeneità di andamento tra i vari comparti manifatturieri: è questo il quadro dell’industria biellese durante il secondo trimestre dell’anno come esce elaborato dall’Ufficio Studi di Camera Commercio Biella-Vercelli. I dati biellesi, nel confronto con quelli che fotografano la congiuntura industriale regionale dello stesso periodo, mettono in luce un rallentamento. A livello piemontese, infatti, secondo l’analisi di Unioncamere Piemonte diffusa lunedì, la produzione industriale ha registrato una crescita tendenziale del +3,2%. L’incremento della produzione industriale si associa a quello tendenziale degli ordinativi interni (+2,7%) e esteri (+2,4%). Nel Biellese, tra aprile e giugno 2017, la variazione tendenziale grezza della produzione industriale è stata del +0,8%. Questo leggero aumento della produzione biellese è anche il risultato di andamenti non uniformi tra i diversi settori. Accanto al buon momento della meccanica (+6,5%) e al lieve aumento delle “altre industrie manifatturiere” (+1%), si è, infatti, assistito alla sostanziale stabilità della filatura (+0,4%) e al leggero calo della tessitura (-0,6%), mentre hanno mostrato battute d’arresto il finissaggio (-2,5%) e le altre industrie tessili (-2,8%). A risultare in leggero aumento sono stati gli ordinativi provenienti dal mercato nazionale (+2,9%) ed estero (+2,3%), con alcuni settori che però denunciano cali, anche importanti, come le altre industrie tessili (-6% gli ordinativi dal mercato interno)  e la filatura che ha visto contrarsi del -4,7% la domanda da quello estero. Il fatturato totale è rimasto stazionario (+0,1%), mentre quello estero si è mostrato in aumento del +3,1%. Circa le previsioni per il terzo trimestre, elaborate dall’Ufficio Studi Uib, esse sono connotare dalla prudenza. la rilevazione relativa al terzo trimestre riflette una maggiore cautela nelle previsioni delle aziende. «La maggiore prudenza – spiega il vicepresidente Uib Emanuele Scribanti -  è dovuta principalmente al fatto che luglio-settembre sono mesi nei quali, di norma, mancano le certezze per quanto riguarda il sell out dei clienti finali, una circostanza che rende più difficile essere ottimisti nelle previsioni, in particolare nei confronti di quei fattori che non dipendono direttamente dall’operato degli imprenditori, come cassa integrazione e ordinativi. Diverso il caso degli investimenti, risultati molto simili rispetto al terzo trimestre del 2016. Ad avvalorare questa lettura degli indicatori previsionali, l’andamento degli altri settori biellesi, che è più simile alla media piemontese, segno che i dati globali sono molto influenzati dalla nostra appartenenza al settore tessile. Anche le aspettative riguardanti il quarto trimestre 2017, tuttora in fase di elaborazione, non fanno che confermare quanto il tessile sia molto legato alla sua stagionalità».

Giovanni Orso

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