Boccata d’ossigeno per i Piccoli Comuni

Boccata d’ossigeno per i Piccoli Comuni
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Mercoledì scorso il Parlamento ha approvato il disegno di legge che sostiene e valorizza i piccoli comuni italiani. Al testo, che porta la firma del presidente della commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci, il Senato ha dato il via libera definitivo praticamente all'unanimità: 205 sì e 2 astenuti. Il provvedimento prevede per l'anno 2017 lo stanziamento di 10 milioni. 
Cosa prevede? Diffusione della banda larga e misure di sostegno per l'artigianato digitale, oltre a semplificazione per il recupero dei centri storici in abbandono o a rischio spopolamento anche per la loro conversione in alberghi diffusi, con un connubio di tecnologia e green economy: sono questi alcuni dei punti di forza del disegno di legge per il sostegno dei comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti e dei territori montani e rurali.
Il dispositivo ha impiegato tre anni per arrivare al voto dell'Aula. Il testo, che ora è diventato legge, contiene misure che interessano 5.585 comuni, circa il 70% dei 7.998 comuni italiani, oltre il 50% del territorio nazionale. Ci vivono oltre 10 milioni di cittadini, il 16,59% della popolazione italiana. Nei Piccoli Comuni vengono prodotti il 93% delle Dop e degli Igp accanto al 79% dei vini più pregiati.
Il provvedimento contiene interventi di manutenzione del territorio con priorità per la tutela dell'ambiente e la prevenzione del rischio idrogeologico. Si prevedono, inoltre, interventi per la messa in sicurezza di strade e scuole e di efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico; l'acquisizione e riqualificazione di terreni ed edifici in abbandono; la possibilità di acquisire case cantoniere da rendere disponibili per attività di protezione civile, volontariato, promozione dei prodotti tipici locali e turismo; la realizzazione di itinerari turistico-culturali ed enogastronomici; la possibilità di acquisire binari dismessi e non recuperabili all'esercizio ferroviario da utilizzare come piste ciclabili.
Particolare attenzione è riservata ai servizi: è prevista, ad esempio, la possibilità, per i centri in cui non ci sono uffici postali, di pagare bollette e conti correnti presso gli esercizi commerciali. E’ prevista, inoltre, la facoltà di istituire, anche in forma associata, centri multifunzionali per la fornitura di una pluralità di servizi in materia ambientale, sociale, energetica, scolastica, postale, artigianale, turistica, commerciale, di comunicazione e sicurezza, oltre che per attività di volontariato e culturali. Via libera anche a interventi in favore dei residenti e delle attività produttive insediate nei Piccoli Comuni, alla promozione delle produzioni agroalimentari a filiera corta e al loro utilizzo anche nella ristorazione collettiva pubblica.
Si istituisce, infine, un Fondo, con una dotazione di 10 milioni di euro per il 2017 e di 15 milioni di euro per ciascuno degli anni a venire dal 2018 al 2023, per lo sviluppo strutturale, economico e sociale dei piccoli comuni, destinato a finanziare investimenti diretti alla tutela dell'ambiente e dei beni culturali, alla mitigazione del rischio idrogeologico, alla salvaguardia e riqualificazione urbana dei centri storici, alla messa in sicurezza di strade e scuole e all'insediamento di nuove attività produttive.
E.P.

Mercoledì scorso il Parlamento ha approvato il disegno di legge che sostiene e valorizza i piccoli comuni italiani. Al testo, che porta la firma del presidente della commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci, il Senato ha dato il via libera definitivo praticamente all'unanimità: 205 sì e 2 astenuti. Il provvedimento prevede per l'anno 2017 lo stanziamento di 10 milioni. 
Cosa prevede? Diffusione della banda larga e misure di sostegno per l'artigianato digitale, oltre a semplificazione per il recupero dei centri storici in abbandono o a rischio spopolamento anche per la loro conversione in alberghi diffusi, con un connubio di tecnologia e green economy: sono questi alcuni dei punti di forza del disegno di legge per il sostegno dei comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti e dei territori montani e rurali.
Il dispositivo ha impiegato tre anni per arrivare al voto dell'Aula. Il testo, che ora è diventato legge, contiene misure che interessano 5.585 comuni, circa il 70% dei 7.998 comuni italiani, oltre il 50% del territorio nazionale. Ci vivono oltre 10 milioni di cittadini, il 16,59% della popolazione italiana. Nei Piccoli Comuni vengono prodotti il 93% delle Dop e degli Igp accanto al 79% dei vini più pregiati.
Il provvedimento contiene interventi di manutenzione del territorio con priorità per la tutela dell'ambiente e la prevenzione del rischio idrogeologico. Si prevedono, inoltre, interventi per la messa in sicurezza di strade e scuole e di efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico; l'acquisizione e riqualificazione di terreni ed edifici in abbandono; la possibilità di acquisire case cantoniere da rendere disponibili per attività di protezione civile, volontariato, promozione dei prodotti tipici locali e turismo; la realizzazione di itinerari turistico-culturali ed enogastronomici; la possibilità di acquisire binari dismessi e non recuperabili all'esercizio ferroviario da utilizzare come piste ciclabili.
Particolare attenzione è riservata ai servizi: è prevista, ad esempio, la possibilità, per i centri in cui non ci sono uffici postali, di pagare bollette e conti correnti presso gli esercizi commerciali. E’ prevista, inoltre, la facoltà di istituire, anche in forma associata, centri multifunzionali per la fornitura di una pluralità di servizi in materia ambientale, sociale, energetica, scolastica, postale, artigianale, turistica, commerciale, di comunicazione e sicurezza, oltre che per attività di volontariato e culturali. Via libera anche a interventi in favore dei residenti e delle attività produttive insediate nei Piccoli Comuni, alla promozione delle produzioni agroalimentari a filiera corta e al loro utilizzo anche nella ristorazione collettiva pubblica.
Si istituisce, infine, un Fondo, con una dotazione di 10 milioni di euro per il 2017 e di 15 milioni di euro per ciascuno degli anni a venire dal 2018 al 2023, per lo sviluppo strutturale, economico e sociale dei piccoli comuni, destinato a finanziare investimenti diretti alla tutela dell'ambiente e dei beni culturali, alla mitigazione del rischio idrogeologico, alla salvaguardia e riqualificazione urbana dei centri storici, alla messa in sicurezza di strade e scuole e all'insediamento di nuove attività produttive.
E.P.

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