Bambini della scuola di Verrone donano la voce per il Museo delle Migrazioni

Si avvia a conclusione la positiva raccolta dati per la parte linguistica del progetto.

Bambini della scuola di Verrone donano la voce per il Museo delle Migrazioni
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Bambini della scuola di Verrone donano la voce per il Museo delle Migrazioni.

Positiva raccolta dati sul progetto

Si avvia a conclusione la positiva raccolta dati per la parte linguistica del progetto “Museo delle migrazioni. Cammini e Storie di Popoli”, sostenuto da Regione Piemonte e Regione Autonoma della Sardegna, relativo a beni immateriali presenti nel territorio. L’ampio progetto condotto grazie all’interesse e alla partecipazione sempre attiva del circolo culturale “Su Nuraghe” ha permesso di creare una positiva sinergia tra diverse anime della ricerca, sia sul versante antropologico sia su quello linguistico.

Quest’ultimo aspetto è curato dalla dott.ssa Chiara Meluzzi, docente e assegnista presso l’Università di Pavia, e dal suo team di giovani laureandi e neolaureati. L’équipe pavese ha condotto registrazioni audio e video nelle classi II e IV della Scuola Elementare di Verrone, grazie alla collaborazione della maestra Loredana Rosati e dell’insegnante sindaco, Cinzia Bossi. Ai bambini è stato chiesto di raccontare la propria storia famigliare, nonché pensare a quali lingue e dialetti vengono usati all’interno della famiglia, iniziando quindi una riflessione sul ruolo della memoria anche linguistica che si tramanda tra le diverse generazioni.

Intervista ed esperimento

Al termine di questa intervista, i piccoli partecipanti all’esperimento si sono impegnati in un piccolo gioco linguistico volto a elicitare particolari differenze di pronuncia nella realizzazione di alcuni suoni, tra cui le “zeta” e le “erre”. “I bambini sono stati bravissimi e molto collaborativi, donandoci tantissimi dati orali che adesso andremo pian piano a trascrivere e ad analizzare grazie all’aiuto di particolari software per l’analisi del parlato” commenta la dott.ssa Meluzzi al termine di questa prima parte dell’indagine. “I dati raccolti per questo progetto sono e saranno una miniera di informazioni e di lavoro per i prossimi anni, permettendoci di comprendere meglio la situazione linguistica biellese in particolare in riferimento alla storia delle grandi migrazioni che hanno coinvolto questa terra, a cominciare dalla migrazione veneta”, passando per quella sarda e di altre regioni d’Italia.

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