Vigili del fuoco biellesi nell’inferno di Genova, 39 i morti

Una squadra al lavoro, solidarietà da Biella

Vigili del fuoco biellesi nell’inferno di Genova, 39 i morti
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Crollo di Genova, ci sono anche quattro vigili del fuoco biellesi tra i trecento che stanno lavorando tra le macerie del ponte Morandi. La squadra biellese  è partita nel pomeriggio  di ieri con due mezzi ed ha agganciato quella del Piemonte. Il bilancio del crollo del Ponte Morandi  si fa di ora in ora più pesante. Il tratto più lungo del viadotto sulla A10  è finito nel fiume Polcevera ma alcuni blocchi sono finiti su case e capannoni industriali. Le  vittime sono a oggi pomeriggio  39, ma il numero potrebbe ancora salire. Tra i morti, anche tre bambini. I dispersi sono una decina. I vigili del fuoco stanno cercando di liberare le auto e verificare se ci sono ancora  persone intrappolate dopo la caduta, 4 le persone estratte vive. Almeno 16 feriti di cui buona parte in codice rosso. Oltre 300 famiglie per 600 persone sono state sfollate dalle case sotto il viadotto nella parte in piedi.

Il saxofonista  Dimino: “Scampato per pochi attimi”

Sul web le manifestazioni di cordoglio dei biellesi per molti die quali quel ponte è una come Luigi Dimino che ha raccontato ad un sito: “Siamo vivi per miracolo. Abbiamo attraversato quel tratto di strada prima che il ponte crollasse. Questioni di attimi. Stiamo bene ma è successo un vero disastro”. Il saxofonista biellese era  di ritorno ieri mattina da un viaggio in Corsica. Bloccato in moto sulla A10 a Genova per via del nubifragio. “Il traffico era rallentato a causa della bomba d’acqua che si è scatenata sul capoluogo ligure - ha raccontato Dimino .-. Il ponte era strapieno di automobili e si procedeva a rilento a causa della pioggia. Siamo riusciti a oltrepassare quel punto prima del crollo. Non ci siamo accorti di nulla se non quando siamo arrivati a casa e lì ho capito che qualcosa di grave era successo”.

Il crollo del viadotto di Biella 25 anni fa

Il viadotto della tangenziale di Biella
Il viadotto della tangenziale di Biella

Intanto, Biella ricorda il crollo del suo viadotto, un fatto molto simile a quello di Genova con l’unica variante di non poco conto: nessun morto grazie alla presenza di un cantoniere che si rese conto che qualcosa stava per accadere e che bloccò il traffico pochi minuti prima del disastro. Era  il 24 settembre del ’93, un venerdì, quando il viadotto della tangenziale sul torrente Cervo andò giù: l’acqua del torrente aveva eroso il terreno su cui erano ancorati alcuni piloni.

Il Governo dichiara il lutto nazionale

E intanto è scontro sulle responsabilità del crollo a Genova: proteste in rete contro esponenti di Lega e 5Stelle accusati di speculare sulla tragedia. L'ad di Autostrade: "Non mi risulta che fosse pericoloso". Salvini: "La sicurezza prima dei vincoli Ue sugli  investimenti". Il senatore Maurizio Rossi di Sc nel 2016 aveva denunciato la pericolosità della struttura. Macron offre la solidarietà della Francia. Solidarietà dalle regioni confinanti, Piemonte compreso. E nel pomeriggio il Consiglio dei ministri riunito in forma straordinaria in prefettura a Genova ha fra l'altro dichiarato lo stato di emergenza e il lutto nazionale.

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