Salvato in palestra dal poliziotto eroe

Salvato in palestra dal poliziotto eroe
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Guai a chiamarlo eroe. Ha letteralmente salvato la vita a un pensionato che si è sentito male in palestra. Eppure. Con l’adrenalina che pompava a mille, ha saputo valutare senza un minimo errore ciò che era necessario fare per cercare di rianimare quell’uomo che si era sentito male dopo essere uscito dalla sauna. E ce l’ha fatta. Ma guai a chiamarlo così. Marco Flocco, giovane poliziotto in forza alla Squadra volante della Questura di Biella, sgrana gli occhi quando sente la parolina “eroe”, così breve e facile da pronunciare, ma così densa di significati positivi, come se il suo interlocutore avesse appena detto un’enorme castroneria. Stringe le labbra e si ritrae: «Ma quale eroe - puntualizza con un sorriso -. Ho solo fatto ciò che la polizia mi ha insegnato a fare: aiutare nei limiti del possibile chi ha bisogno». Per poi aggiungere solo poche e inequivocabili parole («Giornalista? Non posso dire nulla, mi spiace, si rivolga al mio dirigente...»), salutare con un gesto della mano e avviarsi verso gli spogliatoi.

I fatti. La tragedia è stata sfiorata giovedì sera in una nota palestra biellese, il cui personale ha collaborato sino alla fine affinché la brutta parentesi si concludesse nel migliore dei modi. Salvatore, 68 anni, pensionato di Biella, appare in perfetta forma nonostante l’età. «Ma forse quella sera ha esagerato un po’...», sostiene timidamente la moglie che in quei drammatici momenti era accanto a lui e «al mio angelo», come ha subito ribattezzato il poliziotto. «Mio marito aveva lavorato tanto - aggiunge, con l’aria di chi vorrebbe redarguire per bene un giovane monello -: prima si è dato da fare con il tapirulan, poi ha fatto scale e pesi e infine è entrato in sauna...».
La sincope. Secondo una prima valutazione da parte dei sanitari del Pronto soccorso dove è stato subito portato in ambulanza, il pensionato sarebbe stato colpito da ciò che in gergo è conosciuta come “sincope da sauna”. Nulla di grave, in realtà. Si tratta idi uno svenimento causato di norma da un repentino calo di pressione. In teoria basterebbe mettere l’infortunato disteso e cercare di farlo respirare il meglio possibile in modo che l’ossigeno arrivi più velocemente al cervello. Ma venerdì sera in palestra, tale pratica è stata possibile solo in parte.
«Quell’uomo - ricorda un testimone - ha iniziato a stringere con forza la mandibola e gli occhi gli si sono girati all’indietro lasciando visibile solo la parte bianca. In quel momento non respirava più».

Salvo. Nel panico più totale, con la moglie che, terrorizzata da ciò che stava accadendo, continuava ad agitarsi sempre di più, Marco Flocco, il giovane agente scelto di polizia, in quel momento fuori servizio, ha preso in mano la situazione. Dopo aver chiesto all’incaricata della palestra di far intervenire un’ambulanza, il poliziotto ha adagiato il pensionato su un robusto lettino e, con forza, l’ha obbligato a spalancare la bocca. Ha quindi riportato nella sua posizione naturale la lingua che si trovava anch’essa girata verso la gola. E’ bastato poco: gesti rapidi, precisi, in apparenza semplici, di certo determinanti, che in un amen hanno restituito la vita al pensionato.  Un sospiro lento e profondo, seguito da una respirazione sempre più normalizzata, nonché  la ricomparsa della pupilla, hanno fatto capire a tutti i presenti che le cose si stavano mettendo bene.
Salvatore è poi stato soccorso dal personale del “118” e portato in ospedale dove, conclusi gli accertamenti di rito, ha potuto far ritorno a casa.

Grazie. Già il giorno dopo, Salvatore e la moglie si sono recati in Questura per incontrare il loro angelo che è stato letteralmente sommerso di abbracci e di ringraziamenti. Marito e moglie hanno voluto ringraziare anche il dirigente della Squadra volante, commissario capo Giovanni Buda, alla guida di un team che, negli ultimi mesi, sta inanellando decine di successi non solo, evidentemente, a livello operativo. La donna ha poi voluto ribadire ancora una volta: «Se non ci fosse stato lui, se non ci fosse stato Marco...». Già, guai però a chiamarlo eroe.
Valter Caneparo

Guai a chiamarlo eroe. Ha letteralmente salvato la vita a un pensionato che si è sentito male in palestra. Eppure. Con l’adrenalina che pompava a mille, ha saputo valutare senza un minimo errore ciò che era necessario fare per cercare di rianimare quell’uomo che si era sentito male dopo essere uscito dalla sauna. E ce l’ha fatta. Ma guai a chiamarlo così. Marco Flocco, giovane poliziotto in forza alla Squadra volante della Questura di Biella, sgrana gli occhi quando sente la parolina “eroe”, così breve e facile da pronunciare, ma così densa di significati positivi, come se il suo interlocutore avesse appena detto un’enorme castroneria. Stringe le labbra e si ritrae: «Ma quale eroe - puntualizza con un sorriso -. Ho solo fatto ciò che la polizia mi ha insegnato a fare: aiutare nei limiti del possibile chi ha bisogno». Per poi aggiungere solo poche e inequivocabili parole («Giornalista? Non posso dire nulla, mi spiace, si rivolga al mio dirigente...»), salutare con un gesto della mano e avviarsi verso gli spogliatoi.

I fatti. La tragedia è stata sfiorata giovedì sera in una nota palestra biellese, il cui personale ha collaborato sino alla fine affinché la brutta parentesi si concludesse nel migliore dei modi. Salvatore, 68 anni, pensionato di Biella, appare in perfetta forma nonostante l’età. «Ma forse quella sera ha esagerato un po’...», sostiene timidamente la moglie che in quei drammatici momenti era accanto a lui e «al mio angelo», come ha subito ribattezzato il poliziotto. «Mio marito aveva lavorato tanto - aggiunge, con l’aria di chi vorrebbe redarguire per bene un giovane monello -: prima si è dato da fare con il tapirulan, poi ha fatto scale e pesi e infine è entrato in sauna...».
La sincope. Secondo una prima valutazione da parte dei sanitari del Pronto soccorso dove è stato subito portato in ambulanza, il pensionato sarebbe stato colpito da ciò che in gergo è conosciuta come “sincope da sauna”. Nulla di grave, in realtà. Si tratta idi uno svenimento causato di norma da un repentino calo di pressione. In teoria basterebbe mettere l’infortunato disteso e cercare di farlo respirare il meglio possibile in modo che l’ossigeno arrivi più velocemente al cervello. Ma venerdì sera in palestra, tale pratica è stata possibile solo in parte.
«Quell’uomo - ricorda un testimone - ha iniziato a stringere con forza la mandibola e gli occhi gli si sono girati all’indietro lasciando visibile solo la parte bianca. In quel momento non respirava più».

Salvo. Nel panico più totale, con la moglie che, terrorizzata da ciò che stava accadendo, continuava ad agitarsi sempre di più, Marco Flocco, il giovane agente scelto di polizia, in quel momento fuori servizio, ha preso in mano la situazione. Dopo aver chiesto all’incaricata della palestra di far intervenire un’ambulanza, il poliziotto ha adagiato il pensionato su un robusto lettino e, con forza, l’ha obbligato a spalancare la bocca. Ha quindi riportato nella sua posizione naturale la lingua che si trovava anch’essa girata verso la gola. E’ bastato poco: gesti rapidi, precisi, in apparenza semplici, di certo determinanti, che in un amen hanno restituito la vita al pensionato.  Un sospiro lento e profondo, seguito da una respirazione sempre più normalizzata, nonché  la ricomparsa della pupilla, hanno fatto capire a tutti i presenti che le cose si stavano mettendo bene.
Salvatore è poi stato soccorso dal personale del “118” e portato in ospedale dove, conclusi gli accertamenti di rito, ha potuto far ritorno a casa.

Grazie. Già il giorno dopo, Salvatore e la moglie si sono recati in Questura per incontrare il loro angelo che è stato letteralmente sommerso di abbracci e di ringraziamenti. Marito e moglie hanno voluto ringraziare anche il dirigente della Squadra volante, commissario capo Giovanni Buda, alla guida di un team che, negli ultimi mesi, sta inanellando decine di successi non solo, evidentemente, a livello operativo. La donna ha poi voluto ribadire ancora una volta: «Se non ci fosse stato lui, se non ci fosse stato Marco...». Già, guai però a chiamarlo eroe.
Valter Caneparo

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