Guardia di Finanza scopre 331 infermieri e Oss assunti irregolarmente

Evasi contributi previdenziali per 1,6 milioni di euro.

Guardia di Finanza scopre 331 infermieri e Oss assunti irregolarmente
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Guardia di  Finanza scopre 331 infermieri e Oss assunti irregolarmente. Evasi contributi previdenziali per 1,6 milioni di euro.

Guardia di Finanza: evasi contributi per 1,6 milioni

I Finanzieri della sezione Tutela Spesa Pubblica del nucleo di Polizia economico-finanziaria di Biella, nell’ambito di un’autonoma attività operativa in materia di spesa pubblica, hanno sottoposto a controllo una struttura socio sanitaria operante sul territorio biellese. Nel corso dell’attività ispettiva è stato approfondito l’inquadramento del personale assunto ed impiegato nella struttura, per  verificare se la società che la gestisce abbia rispettato gli standard richiesti dalla normativa vigente, soprattutto nel caso in cui tali prestazioni siano in tutto o in parte a carico del Servizio Sanitario Nazionale.

Cosa prevede l'attuale norma

Al riguardo, la normativa vigente individua una precisa corrispondenza tra il fabbisogno assistenziale degli ospiti e la misura di assistenza minima da erogare a questi ultimi da parte delle varie figure professionali individuate: nello specifico il minutaggio erogato da un apprendista, in quanto tale, non può essere rendicontato ai fini del raggiungimento degli standard minimi di legge. Fin da subito è apparso anomalo l’inquadramento, come apprendisti, di gran parte del personale dipendente della struttura, in realtà impiegato effettivamente come infermiere e operatore socio sanitario. L’attività operativa è stata rivolta verso le figure professionali di infermieri e Oss, in quanto, non solo sono figure già professionalizzate (in particolare gli infermieri devono essere in possesso di titolo di laurea infermieristica ed iscritti ad apposito albo professionale Ipavsi ora Fnopi), ma anche perché i minutaggi da loro erogati sono rendicontati e comunicati costantemente alla Asl locale (deputata alla funzione di vigilanza). Si consideri, inoltre, che nell’ambito dell’attività ispettiva è emerso che infermieri ed operatori socio-sanitari (già in possesso del titolo professionale), nelle loro precedenti attività lavorative presso altre strutture erano stati inquadrati correttamente con stipendi e relativi contributi in linea con le qualifiche possedute e
gli incarichi ricoperti, mentre divenivano “apprendisti” quando iniziavano l’attività operativa con l’azienda verificata.

La collaborazione con l'Inps e l'ordine professionale Ipavsi

A seguito di numerosi approfondimenti normativi, nonché grazie ad una proficua collaborazione con le sedi biellesi dell’Inps e della ex Ipasvi (da poco Ordine delle Professioni Infermieristiche), è stato possibile constatare come tale modus operandi sia stato chiaramente finalizzato al solo scopo di realizzare un’evasione contributiva ai fini assistenziali e previdenziali nonché di abbattere i costi del personale mediante la corresponsione di una retribuzione ben più bassa (apprendista) rispetto a quella prevista dal Contratto Collettivo Nazionale (infermiere ed Operatore Socio sanitario). La condotta posta in essere dalla società ispezionata rappresenta non solo una forma di sfruttamento dei lavoratori, ma anche una forma di evasione contributiva e previdenziale che sottrae importanti risorse future per il pagamento delle pensioni e delle altre forme assistenziali e previdenziali a carico dello Stato, oltre a costituire un mancato introito nelle casse dell’Erario a causa della omessa effettuazione delle ritenute d’acconto ai fini IRrpef sul maggior reddito non corrisposto.

Sono 331 i lavoratori assunti irregolarmente come apprendisti

La verifica ha consentito alla Finanza di individuare 331 lavoratori assunti irregolarmente come apprendisti con una quantificazione di contributi assistenziali e previdenziali evasi per un ammontare complessivo pari euro 1.684.179,37 ai quali dovranno essere sommate le relative sanzioni che saranno erogate, per gli aspetti di rispettiva competenza dall’Inps e dall’Ispettorato Territoriale del Lavoro. Nel caso in argomento l’attività delle Fiamme Gialle è stata finalizzata a contrastare lo sfruttamento dei lavoratori e le relative forme di evasione ai fini fiscali, previdenziali ed assistenziali che sottraggono all’Erario ed all’Inps importanti risorse finanziarie.

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