Dichiarato il fallimento della Group Service: 100 posti di lavoro in bilico

Si tratta per i dipendenti. La società dovrebbe essere ceduta.

Dichiarato il fallimento della Group Service: 100 posti di lavoro in bilico
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Dichiarato il fallimento della Group Service: 100 posti di lavoro in bilico.

Società di vigilanza

E’ stato dichiarato giovedì il fallimento della Group Service srl, la nota società con sede a Vigliano Biellese che si occupa di sicurezza e vigilanza, della quale è amministratore unico Nicola Varacalli, finito a settembre prima in carcere e poi ai domiciliari in quanto coinvolto nell'inchiesta «Leonessa» condotta della Direzione Distrettuale Antimafia di Brescia per presunti crediti d’imposta che avrebbero favorito nientemeno che la Stidda siciliana.

La sentenza

La decisione è stata presa dal Tribunale di Biella riunito in camera di consiglio e composto dai giudici Andrea Carli (presidente relatore, tornato di recente a Biella dove già svolgeva in passato lo stesso compito con estrema professionalità, dopo anni di assenza), Emanuele Migliore e Francesca Marrapodi. Come curatore fallimentare è stato nominato Enrico Stasi di Torino. E’ un duro colpo per i 113 dipendenti della società tra impiegati e guardie giurate che presidiano, oltre agli altri compiti, anche i Palazzi di giustizia (Tribunale e Procura) e gli uffici dei Giudici di Pace, sia di Biella sia di Vercelli, Verbania e Asti. Stamattina i vari rappresentanti sindacali incontreranno nella storica sede di Vigliano proprio il curatore fallimentare. La speranza è che nessuno dei dipendenti possa perdere il posto di lavoro e che una nuova società di vigilanza e sicurezza possa subentrare al più presto alla neo fallita Group Service assorbendo di fatto appalti e dipendenti.

Troppi debiti

I giudici hanno preso la dura decisione in seguito alla considerazione che «i debiti complessivi superavano certamente l’attivo realizzabile, con ulteriore riprova dell’insolvenza della ricorrente, la quale non appare in grado di far fronte alle obbligazioni correnti». La situazione economica della società, aggiornata al 31 agosto scorso, prima cioè che esplodesse il caso dell’inchiesta della Dda di Brescia che ha portato all’arresto dell’amministratore unico e della figlia, appariva parecchio grave.

Ecco i debiti

Secondo il Tribunale, i debiti verso le banche ammontavano a 654.632 euro, quelli verso i fornitori a 249.802 euro, i debiti tributari ammontavano a 38.346 euro, quelli verso gli istituti previdenziali a 107.621 euro. Identificati inoltre altri debiti per 182.022 euro per complessivi un milione e 232.423 euro. La società fallita, in persona del legale rappresentate, ha ora tempo tre giorni per depositare i bilanci e le scritture contabili e fiscali obbligatorie.
V.Ca.

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