Condannato il marito violento

A botte voleva fare abortire la moglie costretta a scappare.

Condannato il marito violento
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Condannato il marito violento.

Costretta a scappare

Accusato d’averne fatte passare di tutti i colori alla moglie, costringendola più volte ad allontanarsi di casa con i figli per evitare botte, insulti e continue umiliazioni, un uomo di 34 anni, originario del Marocco, è stato condannato ieri mattina con rito abbreviato che gli ha permesso di beneficiare di uno sconto di pena di un terzo, a due anni tondi di reclusione dal giudice dell’udienza preliminare, Claudio Passerini. Era difeso dall’avvocato Rachele Amoruso.

Tante botte

Secondo l’accusa, l’imputato avrebbe inflitto in una pluralità di circostanze, sofferenze fisiche e psicologiche alla moglie e ai due figli minori, così «da cagionare loro penose ed intollerabili condizioni di vita». Più volte la donna è stata costretta ad andarsene di casa unitamente ai due figli. Alla fine è stata costretta a cercare definitivamente ospitalità in una struttura protetta destinata a ricevere soggetti vittime di violenza in famiglia come lei.

Era ubriaco

Stando al capo d’imputazione, il marocchino, in più occasioni anche in stato di ubriachezza, spinto da una immotivata gelosia, avrebbe picchiato più volte la moglie a schiaffi in faccia. Un giorno l’avrebbe pestata solo perché lei gli aveva chiesto timidamente di essere trattata meglio. In un’occasione l’avrebbe chiusa in casa privandola delle chiavi e staccando il telefono così da impedirle di contattare qualcuno.

Voleva farla abortire

Voleva farla abortire. Addirittura, quando aveva saputo che la moglie era rimasta incinta, l’imputato l’avrebbe picchiata nel tentativo di farla abortire. L’avrebbe quindi picchiata con la cintura, con una gruccia, a schiaffi e pugni. Senza contare insulti ed umiliazioni continui. Allo stesso modo avrebbe picchiato uno dei figli. Non lo aveva poi mandato a scuola per via dei lividi che gli aveva procurato.

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