L’orto sociale privo di volontari rischia di scomparire

Sorto a Occhieppo Inferiore in un terreno abbandonato, è diventato un progetto solidale e di formazione. Che ora potrebbe fermarsi.

L’orto sociale privo di volontari rischia di scomparire
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L’orto sociale privo di volontari rischia di scomparire.

Ortoscec rischia di scomparire. Il progetto nato nel 2013 in un terreno abbandonato vicino al polivalente di Occhieppo Inferiore, è arrivato ad un punto di svolta. Così il presidente di Coltiviviamo Claudio Borgini, l’associazione di Roppolo a cui è legata l’attività, lancia un appello per trovare volontari e persone amanti della coltivazione a scopo solidale.

La missione

Ortoscec (Scec significa solidarietà che cammina e nato come buono di acquisto locale negli esercizi aderenti) ha distribuito negli anni una grande quantità di ortaggi tra le famiglie che si sono occupate della coltivazione, occupando alcuni migranti ospitati fino a qualche tempo fa nei centri di accoglienza e fornendo assistenza a chi voleva approfondire tematiche dell’orticoltura attraverso corsi di formazione. Ortoscec, inoltre, ha consentito ai partecipanti di avere momenti di condivisione proprio all’interno della struttura in apprezzate pause pranzo.

L’orto

Diviso in 3 zone: zona ovest coltivata in modo artistico con aiuole irregolari, zona centrale coperta da un noccioleto già esistente che si estende per quasi tutta la lunghezza formando una galleria naturale lunga circa 30 metri e larga 9 metri, zona est comprendente una serra ed una serie di bancali coltivati. Il tutto è completato da un sistema di irrigazione a goccia.

I problemi

Finito l’effetto novità, i volontari sono passati da otto a tre: «E siamo tutti occupati - spiega Borgini - ci dispiace ma se fosse necessario trovare continuità potremo consentire ad un’altra associazione che coltiva lo stesso tipo di interesse, di occuparsi dell’orto. Nel frattempo stiamo cercando volontari, persone che amano coltivare prodotti di vario genere e che hanno tempo di dedicarsi all’attività». Le idee per il futuro non mancano: «Vorremmo curare le verdure in base alle esigenze reali di ristoranti locali o di associazioni che hanno bisogno di cibo. In certe occasioni rimane della produzione che non riesci a sistemare. Uno “spreco” che ci ha portato a voler riprendere le attività sapendo che saranno collocate non solo per l’autoconsumo. Per questo abbiamo bisogno di aiuto». Per info: coltiviviamo@gmail.com o contattare il 3703549418.

Lorenzo Lucon

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