Troppo caldo: pioggia sulle piste da sci

Troppo caldo: pioggia sulle piste da sci
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Caldo, troppo caldo. Chi si attendeva nevicate copiose, almeno nella giornata di ieri - la prima della maxi-perturbazione ora in atto sul Piemonte - è rimasto deluso. Il Biellese di neve ne ha vista poca, molto poca. Solo in alto, sulle cime più rilevanti. Sul resto del territorio, anche a quota 1200 metri (quella che i meteorologi davano come limite delle precipitazioni piovose), acqua. Solo tanta acqua. Mentre ad Oropa don Silvano Cuffolo, dell’Osservatorio meteorologico, dava 7,2° come temperatura esterna alle sei di sera al Santuario, a Bielmonte la giornata conclusiva del periodo natalizio ha costretto a una ritirata generale: «La neve è troppo bagnata - hanno comunicato i gestori degli impianti, che fino all’ultimo hanno sperato in un cambiamento delle condizioni -: impossibile aprire in sicurezza». E così l’intera stazione, che nel periodo delle feste ha comunque vissuto giornate particolarmente ricche e brillanti (tra i vari event, oltre all’incontro dei bambini con la Befana allo Chalet, anche il primo corso di Lis, lingua dei segni, per i rappresentanti della Scuola sci Monte Marca) è rimasta chiusa per tutta la domenica.
Per vedere una variazione delle condizioni potrebbe essere necessario attendere. Secondo quanto riferito da Arpa Piemonte, la pesante perturbazione  dovrebbe comportare domani un deciso calo dello zero termico (mentre le precipitazioni resteranno moderate su tutto il territorio biellese): dai 1800-2100 di ieri almeno sino a 1400 metri.  Ma è anche vero che dalla tarda mattinata neve e pioggia dovrebbe cessare su tutta la regione. Secondo l’Agenzia per l’Ambiente, comunque, le condizioni potrebbero rivelarsi particolarmente insidiose per gli automobilisti: «Le nevicate sulle alpi - spiega - determineranno disagi alla vibilità e qualche interruzione nella fornitura dei servizi». Da oggi, inoltre, attenzione massima anche per chi scia: dalle Alpi Pennine alla valle Po sono attese valanghe spontanee di medie e anche grandi dimensioni che potranno interessare le infrastutture di fondovalle.
Veronica Balocco

Caldo, troppo caldo. Chi si attendeva nevicate copiose, almeno nella giornata di ieri - la prima della maxi-perturbazione ora in atto sul Piemonte - è rimasto deluso. Il Biellese di neve ne ha vista poca, molto poca. Solo in alto, sulle cime più rilevanti. Sul resto del territorio, anche a quota 1200 metri (quella che i meteorologi davano come limite delle precipitazioni piovose), acqua. Solo tanta acqua. Mentre ad Oropa don Silvano Cuffolo, dell’Osservatorio meteorologico, dava 7,2° come temperatura esterna alle sei di sera al Santuario, a Bielmonte la giornata conclusiva del periodo natalizio ha costretto a una ritirata generale: «La neve è troppo bagnata - hanno comunicato i gestori degli impianti, che fino all’ultimo hanno sperato in un cambiamento delle condizioni -: impossibile aprire in sicurezza». E così l’intera stazione, che nel periodo delle feste ha comunque vissuto giornate particolarmente ricche e brillanti (tra i vari event, oltre all’incontro dei bambini con la Befana allo Chalet, anche il primo corso di Lis, lingua dei segni, per i rappresentanti della Scuola sci Monte Marca) è rimasta chiusa per tutta la domenica.
Per vedere una variazione delle condizioni potrebbe essere necessario attendere. Secondo quanto riferito da Arpa Piemonte, la pesante perturbazione  dovrebbe comportare domani un deciso calo dello zero termico (mentre le precipitazioni resteranno moderate su tutto il territorio biellese): dai 1800-2100 di ieri almeno sino a 1400 metri.  Ma è anche vero che dalla tarda mattinata neve e pioggia dovrebbe cessare su tutta la regione. Secondo l’Agenzia per l’Ambiente, comunque, le condizioni potrebbero rivelarsi particolarmente insidiose per gli automobilisti: «Le nevicate sulle alpi - spiega - determineranno disagi alla vibilità e qualche interruzione nella fornitura dei servizi». Da oggi, inoltre, attenzione massima anche per chi scia: dalle Alpi Pennine alla valle Po sono attese valanghe spontanee di medie e anche grandi dimensioni che potranno interessare le infrastutture di fondovalle.
Veronica Balocco

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