Parchi, i soldi per la manutenzione restano inutilizzati
Quarantamila euro stanziati e non spesi. ll consigliere Ramella Pralungo: “Dirigenti inadempienti, l’Ente Parco valuti il danno erariale e di immagine”.
Polemiche all'interno dell’Ente di Gestione delle Aree Protette del Ticino e del Lago Maggiore - che gestisce i parchi del Piemonte nord orientale, tra cui Burcina, Bessa e Baraggia - sui finanziamenti destinati alla manutenzione e non utilizzati.
Gli amministratori chiedono conto
Il consiglio di amministrazione dell'Ente ha discusso mercoledì scorso alcune interrogazioni del rappresentante biellese Alessandro Ramella Pralungo in cui, tra l’altro, si chiedeva conto del mancato impiego di somme stanziate nel 2018 e destinate a interventi in diverse aree protette. Alle questioni sollevate ha risposto il direttore dell’Ente, Benedetto Franchina, che ha tracciato un quadro dei finanziamenti destinati e utilizzati lo scorso anno per la manutenzione.
La relazione del direttore Franchina
La sua relazione conferma che, effettivamente, la maggior parte delle somme stanziate non risultavano ancora spese a ottobre 2018, tanto che, verso la fine dell’anno, il Consiglio di amministrazione è dovuto intervenire per realizzare alcuni lavori urgenti. Tuttavia, secondo la relazione del direttore, a tutt’oggi risulta ancora inutilizzata una grossa somma: degli 85.000 euro previsti per manutenzioni varie nel 2018, ne sono stati spesi o impegnati solo 40.507. Da qui la richiesta di Ramella Pralungo di verificare se questo non abbia creato un danno erariale, oltre che un danno di immagine per l’ente stesso.
La richiesta di danni
La risposta ufficiale, arrivata mercoledì scorso, non sembra aver messo la parola fine alla questione: “Lo scadenzario presentato dal direttore – continua Ramella - ha mostrato inspiegabili ed ingiustificabili mancanze da parte del dirigente preposto agli interventi di manutenzione. Ma non ha dato risposte, tanto che il presidente Fontaneto ha rinviato la questione ad una successiva riunione del cda. Quindi, a protezione del bene pubblico che amministro, ho richiesto che sia fatta chiarezza su tutto l’iter che ha portato a questa gestione ‘poco virtuosa’ dei nostri investimenti: non dimentichiamo che si tratta di soldi pubblici, pagati dalle tasse dei cittadini.”
Simona Perolo
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