L’industria piemontese guarda al 2018 con ottimismo

L’industria piemontese guarda al 2018 con ottimismo
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Restano favorevoli le previsioni per il primo trimestre 2018 su produzione e ordini nel manifatturiero piemontese, anche se i saldi ottimisti-pessimisti peggiorano di qualche punto percentuale. Nel comparto dei servizi, invece, prosegue la fase positiva in atto da alcuni trimestri e, particolare, l’occupazione cresce si azzera il ricorso alla Cassa-integrazione. Questo, in sintesi estrema, l’outlook sui primi tre mesi del 2018 quale esce dalla consueta rilevazione di Confindustria Piemonte, in collaborazione con  Unioncamere Piemonte, Intesa Sanpaolo e UniCredit, presentata a Torino lunedì. «L’indagine di dicembre - ha detto  Fabio Ravanelli (in foto), presidente di Confindustria Piemonte - fa emergere una certa divaricazione tra manifattura e servizi da un lato, e tra i diversi territori piemontesi dall’altro. Nel complesso, l’indagine pone buone premesse per un 2018 di crescita». Per le oltre 900 aziende del campione “manifatturiero”, le attese su produzione e ordini si assestano leggermente rispetto a settembre, con saldi ottimisti pessimisti che passano rispettivamente da +15,1 a +8,5% e da +13,5 a +9,0%. Calano anche le previsioni di occupazione, che da +7,8% di settembre, passano a +4,8%.Variano di poco le attese complessive sull’export, che da +11,9% passano a +12,2%. Torna ampia la tradizionale forbice tra la performance delle imprese con oltre 50 addetti (decisamente più ottimiste) e quelle più piccole, dove prevalgono attese più caute. Aumenta appena il ricorso alla CIG, che interessa ora il 10,4% delle aziende, una percentuale fisiologica. Si assestano gli investimenti: le aziende con programmi di investimenti significativi, infatti, passano dal 31,2 al 29,2 %. A livello settoriale sono soprattutto le aziende metalmeccaniche a esprimere attese favorevoli: le previsioni di produzione per il settore sono pari al +16,7%, contro l’8,5% del manifatturiero nel suo complesso. In quasi tutti gli altri settori si registrano pi attese improntate all’ottimismo: in particolare, nel comparti gomma-plastica (da +14,0 a +21,7%), manifatture varie (da +25,0 a +17,6%), chimico (da +16,7 a +11,4%), tessile-abbigliamento (da +6,3 a +9,4%) e alimentare (da +16,5 a +5,6%). Stabile il legno (da+7,1% a +27,3), in forte calo il cartario-grafico (da 5,4 a -20%) e l’edilizia (da -1,3 a -19,0%). Va a singhiozzo il comparto impiantisti che, dopo il calo della scorsa rilevazione, torna positivo per il primo trimestre 2017 (da -15,6 a +16,7%).  A livello territoriale, si registrano andamenti disomogenei. Si segnalano, infatti, i saldi positivi di Asti (da +4,9 a +8,3%), Torino (da +11,9 a +11,6%), Novara (da +26,5 a +19,0%), Alessandria (da +26,3 a +19,1%), Biella (dal +13,1 all’8,3%) e Vercelli (dal +15,6 al +8,6%), mentre una brusca frenata si è rilevata nella zona di Cuneo (che passa dal buon +14,9% di settembre  a 0,0%) e peggiorano le attese nel Canavese e a Verbania (che passano rispettivamente dal +11,1 al -8,3% e dal -3,8 al -8,3%). Per quanto concerne le 300 aziende del campione “servizi”, il saldo ottimisti-pessimisti sui livelli di attività rimane sostanzialmente invariato dal +18,9% di giugno, al +18,8%. Stesso trend è riferibile al saldo per ordini totali, che passa dal +18,3 all’attuale +18,8%. Variano poco le attese sull’occupazione, che passano dal +13,1 al +11,2%. Si azzera, invece, ricorso alla Cig, ormai attestato allo 0,4%.

Giovanni Orso

Restano favorevoli le previsioni per il primo trimestre 2018 su produzione e ordini nel manifatturiero piemontese, anche se i saldi ottimisti-pessimisti peggiorano di qualche punto percentuale. Nel comparto dei servizi, invece, prosegue la fase positiva in atto da alcuni trimestri e, particolare, l’occupazione cresce si azzera il ricorso alla Cassa-integrazione. Questo, in sintesi estrema, l’outlook sui primi tre mesi del 2018 quale esce dalla consueta rilevazione di Confindustria Piemonte, in collaborazione con  Unioncamere Piemonte, Intesa Sanpaolo e UniCredit, presentata a Torino lunedì. «L’indagine di dicembre - ha detto  Fabio Ravanelli (in foto), presidente di Confindustria Piemonte - fa emergere una certa divaricazione tra manifattura e servizi da un lato, e tra i diversi territori piemontesi dall’altro. Nel complesso, l’indagine pone buone premesse per un 2018 di crescita». Per le oltre 900 aziende del campione “manifatturiero”, le attese su produzione e ordini si assestano leggermente rispetto a settembre, con saldi ottimisti pessimisti che passano rispettivamente da +15,1 a +8,5% e da +13,5 a +9,0%. Calano anche le previsioni di occupazione, che da +7,8% di settembre, passano a +4,8%.Variano di poco le attese complessive sull’export, che da +11,9% passano a +12,2%. Torna ampia la tradizionale forbice tra la performance delle imprese con oltre 50 addetti (decisamente più ottimiste) e quelle più piccole, dove prevalgono attese più caute. Aumenta appena il ricorso alla CIG, che interessa ora il 10,4% delle aziende, una percentuale fisiologica. Si assestano gli investimenti: le aziende con programmi di investimenti significativi, infatti, passano dal 31,2 al 29,2 %. A livello settoriale sono soprattutto le aziende metalmeccaniche a esprimere attese favorevoli: le previsioni di produzione per il settore sono pari al +16,7%, contro l’8,5% del manifatturiero nel suo complesso. In quasi tutti gli altri settori si registrano pi attese improntate all’ottimismo: in particolare, nel comparti gomma-plastica (da +14,0 a +21,7%), manifatture varie (da +25,0 a +17,6%), chimico (da +16,7 a +11,4%), tessile-abbigliamento (da +6,3 a +9,4%) e alimentare (da +16,5 a +5,6%). Stabile il legno (da+7,1% a +27,3), in forte calo il cartario-grafico (da 5,4 a -20%) e l’edilizia (da -1,3 a -19,0%). Va a singhiozzo il comparto impiantisti che, dopo il calo della scorsa rilevazione, torna positivo per il primo trimestre 2017 (da -15,6 a +16,7%).  A livello territoriale, si registrano andamenti disomogenei. Si segnalano, infatti, i saldi positivi di Asti (da +4,9 a +8,3%), Torino (da +11,9 a +11,6%), Novara (da +26,5 a +19,0%), Alessandria (da +26,3 a +19,1%), Biella (dal +13,1 all’8,3%) e Vercelli (dal +15,6 al +8,6%), mentre una brusca frenata si è rilevata nella zona di Cuneo (che passa dal buon +14,9% di settembre  a 0,0%) e peggiorano le attese nel Canavese e a Verbania (che passano rispettivamente dal +11,1 al -8,3% e dal -3,8 al -8,3%). Per quanto concerne le 300 aziende del campione “servizi”, il saldo ottimisti-pessimisti sui livelli di attività rimane sostanzialmente invariato dal +18,9% di giugno, al +18,8%. Stesso trend è riferibile al saldo per ordini totali, che passa dal +18,3 all’attuale +18,8%. Variano poco le attese sull’occupazione, che passano dal +13,1 al +11,2%. Si azzera, invece, ricorso alla Cig, ormai attestato allo 0,4%.

Giovanni Orso

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