Muore a 39 anni e dona gli organi

Muore a 39 anni e dona gli organi
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MOSSO - Trentanove anni, un’emorragia cerebrale. E la vita che si spegne all’improvviso, dopo giorni di agonia ma senza che la vita avesse mai lasciato intendere un tale esito. Per Sara Collidoro, giovane di frazione Frieri, i giorni terreni sono finiti così, lunedì, come conseguenza del malore che l’aveva colpita all’improvviso il mercoledì precedente. Ma la sua storia umana non è finita allo stesso modo: grazie a un grande gesto di generosità, altre famiglie italiane in attesa di un organo potranno infatti guardare finalmente al futuro. Nella notte tra lunedì e martedì, Sara ha donato i suoi organi: un sì espresso formalmente dalla famiglia, ma nella certezza che questo fosse il suo volere. 
 
A raccontare la vicenda è l’Asl Bi, che ripercorre così quei difficili momenti: «Il prelievo è iniziato alle 2 di notte e si è prolungato fino alla tarda mattinata di martedì. Il fegato a Verona, mentre reni, occhi e cuore sono destinati a pazienti operati in Piemonte. Una giornata intensa, il 19 febbraio, in cui in tutta Italia vi erano 6 persone che attendevano un cuore urgentemente. Nel momento in cui a Biella l’équipe iniziava il prelievo confermandone l’idoneità, a Torino una paziente - proveniente dal sud Italia - entrava in sala operatoria per essere trapiantata dall’équipe di cardiochirurgia dell’Aou Città della Salute e della Scienza».  
 
Sara era giunta in pronto soccorso il 15 febbraio in codice rosso, con un quadro clinico estremamente complesso a causa di un’improvvisa emorragia cerebrale. Dopo gli esami che hanno purtroppo confermato la gravità della situazione, è iniziata la fase di accertamento della morte encefalica. «Alla proposta di donazione - prosegue l’Asl Bi - la famiglia ha scelto di rispondere positivamente; adesso grazie a Sara e grazie ai suoi familiari ci sono altre persone che possono sperare. Una testimonianza concreta del valore che la donazione porta con sé, con la sua capacità di dare nuova linfa a una vita che rischia di spegnersi».  A seguire tutte le fasi di prelievo e donazione è stato il coordinatore locale dell’Asl di Biella, Ermanno Spagarino con un lavoro di squadra multidisciplinare. Le attività di osservazione prelievo hanno visto in campo oltre le équipe provenienti da Torino, anche quelle di cardiologia, urologia e oculistica: queste ultime hanno eseguito, infatti, i prelievi di reni e cornee. Una macchina organizzativa, quella che si attiva in tali circostanze, complessa: impegnati per molte ore di fila più professionisti dell’ospedale: anestesisti, cardiologi, urologi, oculisti e infermieri della rianimazione e del blocco operatorio.  
Veronica Balocco

MOSSO - Trentanove anni, un’emorragia cerebrale. E la vita che si spegne all’improvviso, dopo giorni di agonia ma senza che la vita avesse mai lasciato intendere un tale esito. Per Sara Collidoro, giovane di frazione Frieri, i giorni terreni sono finiti così, lunedì, come conseguenza del malore che l’aveva colpita all’improvviso il mercoledì precedente. Ma la sua storia umana non è finita allo stesso modo: grazie a un grande gesto di generosità, altre famiglie italiane in attesa di un organo potranno infatti guardare finalmente al futuro. Nella notte tra lunedì e martedì, Sara ha donato i suoi organi: un sì espresso formalmente dalla famiglia, ma nella certezza che questo fosse il suo volere. 
 
A raccontare la vicenda è l’Asl Bi, che ripercorre così quei difficili momenti: «Il prelievo è iniziato alle 2 di notte e si è prolungato fino alla tarda mattinata di martedì. Il fegato a Verona, mentre reni, occhi e cuore sono destinati a pazienti operati in Piemonte. Una giornata intensa, il 19 febbraio, in cui in tutta Italia vi erano 6 persone che attendevano un cuore urgentemente. Nel momento in cui a Biella l’équipe iniziava il prelievo confermandone l’idoneità, a Torino una paziente - proveniente dal sud Italia - entrava in sala operatoria per essere trapiantata dall’équipe di cardiochirurgia dell’Aou Città della Salute e della Scienza».  
 
Sara era giunta in pronto soccorso il 15 febbraio in codice rosso, con un quadro clinico estremamente complesso a causa di un’improvvisa emorragia cerebrale. Dopo gli esami che hanno purtroppo confermato la gravità della situazione, è iniziata la fase di accertamento della morte encefalica. «Alla proposta di donazione - prosegue l’Asl Bi - la famiglia ha scelto di rispondere positivamente; adesso grazie a Sara e grazie ai suoi familiari ci sono altre persone che possono sperare. Una testimonianza concreta del valore che la donazione porta con sé, con la sua capacità di dare nuova linfa a una vita che rischia di spegnersi».  A seguire tutte le fasi di prelievo e donazione è stato il coordinatore locale dell’Asl di Biella, Ermanno Spagarino con un lavoro di squadra multidisciplinare. Le attività di osservazione prelievo hanno visto in campo oltre le équipe provenienti da Torino, anche quelle di cardiologia, urologia e oculistica: queste ultime hanno eseguito, infatti, i prelievi di reni e cornee. Una macchina organizzativa, quella che si attiva in tali circostanze, complessa: impegnati per molte ore di fila più professionisti dell’ospedale: anestesisti, cardiologi, urologi, oculisti e infermieri della rianimazione e del blocco operatorio.  
Veronica Balocco

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