I medici dicono “no” alla discarica di amianto

I medici dicono “no” alla discarica di amianto
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SALUSSOLA - L’Ordine provinciale dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Biella prende ufficialmente posizione sul progetto di discarica di amianto che potrebbe vedere la luce al Brianco di Salussola. Negli stessi giorni in cui la vicenda è tornata alle cronache, protagonista prima di una nuova seduta della conferenza dei servizi in Provincia, e poi di un’assemblea pubblica alla presenza di qualche centinaio di cittadini, a dare la propria opinione sull’argomento sono ora i medici, che con una nota ufficiale dell’Ordine, firmata dal presidente Franco Ferrero, esprimono “una dichiarazione di inaccettabilità dell’impianto costituendo nel territorio di Salussola”.  

 

Per il comitato Salussola Ambiente è Futuro, netto oppositore del progetto, il documento rappresenta un passo decisivo nella battaglia contro il deposito di amianto. Pur riconoscendo - come fatto presente dai medici stessi nella lettera - che l’Ordine “non è un organo tecnico su problematiche sanitarie bensì un organo istituzionale dello Stato che vigila sulla professione medica secondo i principi erici e non può sostituire o influenzare gli organi sanitari tecnici in qualsiasi valutazione”, per Ambiente è Futuro la nota rappresenta «un documento di portata storica reso a protezione dell'ambiente e della popolazione attuale e futura del territorio». «Auspichiamo - scrive il comitato - che una dichiarazione ufficiale ed autorevole che sancisce a priori la pericolosità di questa discarica per la salute, valevole ai fini dell'individuazione di responsabilità future, metta definitivamente la parola fine su questo progetto sgombrando il campo da ogni irragionevole dubbio sulla sua fattibilità».

 

E in effetti di dubbi, sull’impatto nocivo dell’amianto sulla salute pubblica, il documento ne lascia pochi. Alla luce della valutazione effettuata dal referente dell’Ordine, Graziano Piana, si prende in considerazione “la risoluzione del Parlamento europeo del 2013 sulle minacce per la salute sul luogo di lavoro legate all’amianto, la quale invita a promuovere in tutto il territorio dell’Unione la realizzazione di centri di trattamento e inertizzazione dei rifiuti contenenti amianto, prevedendo la graduale cessazione di ogni conferimento in discarica di questi rifiuti” e si fa presente che “già nel 1977 un gruppo di esperti nominato dalla Commissione europea ha concluso che non sussite alcuna prova teorica dell’esistenza di una soglia di esposizione al di sotto della quale si può escludere l’insorgenza del cancro e che non è stato individuato alcun livello sicuro di esposizione all’amianto”. Sulla base di ciò, l’Ordine chiarisce poi “che il conferimento dei rifiuti in amianto in discarica non sembrerebbe il sistema più sicuro per eliminare definitivamente il rilascio di fibre di amianto nell’ambiente (in particolare nell’aria e nelle acque di falda) e che pertanto risulterebbe di gran lunga preferibile optare per impianti di inertizzazione dell’amianto”. E puntualizza che “la realizzazione di discariche di rifiuti di amianto è una soluzione solo provvisoria del problema, che così viene lasciato alle future generazioni, essendo la fibra di amianto pressoché indistruttibile nel tempo”.

 

E’ infine “il principio di precauzione nei confronti della salute dei cittadini” il vero discrimine: secondo l’Ordine dei Medici, dal momento che esso “deve essere  prevalente su ogni altro principio”, il giudizio di merito sulla sostenibilità dell’impianto vien da sè. E “a protezione dell’ambiente e della popolazione attuale e futura del territorio”, considerando che “in Piemonte è in atto un grande sforzo di attività di prevenzione sui tumori e che il rischio da amianto implementerebbe i dati statistici”, i Medici concludono il documento esprimendo il loro chiaro e forte no alla discarica.

Veronica Balocco

SALUSSOLA - L'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Biella prende ufficialmente posizione sul progetto di discarica di amianto che potrebbe vedere la luce al Brianco di Salussola. Negli stessi giorni in cui la vicenda è tornata alle cronache, protagonista prima di una nuova seduta della conferenza dei servizi in Provincia, e poi di un’assemblea pubblica alla presenza di qualche centinaio di cittadini, a dare la propria opinione sull’argomento sono ora i medici, che con una nota ufficiale dell’Ordine, firmata dal presidente Franco Ferrero, esprimono “una dichiarazione di inaccettabilità dell’impianto costituendo nel territorio di Salussola”.  

 

Per il comitato Salussola Ambiente è Futuro, netto oppositore del progetto, il documento rappresenta un passo decisivo nella battaglia contro il deposito di amianto. Pur riconoscendo - come fatto presente dai medici stessi nella lettera - che l’Ordine “non è un organo tecnico su problematiche sanitarie bensì un organo istituzionale dello Stato che vigila sulla professione medica secondo i principi erici e non può sostituire o influenzare gli organi sanitari tecnici in qualsiasi valutazione”, per Ambiente è Futuro la nota rappresenta «un documento di portata storica reso a protezione dell'ambiente e della popolazione attuale e futura del territorio». «Auspichiamo - scrive il comitato - che una dichiarazione ufficiale ed autorevole che sancisce a priori la pericolosità di questa discarica per la salute, valevole ai fini dell'individuazione di responsabilità future, metta definitivamente la parola fine su questo progetto sgombrando il campo da ogni irragionevole dubbio sulla sua fattibilità».

 

E in effetti di dubbi, sull’impatto nocivo dell’amianto sulla salute pubblica, il documento ne lascia pochi. Alla luce della valutazione effettuata dal referente dell’Ordine, Graziano Piana, si prende in considerazione “la risoluzione del Parlamento europeo del 2013 sulle minacce per la salute sul luogo di lavoro legate all’amianto, la quale invita a promuovere in tutto il territorio dell’Unione la realizzazione di centri di trattamento e inertizzazione dei rifiuti contenenti amianto, prevedendo la graduale cessazione di ogni conferimento in discarica di questi rifiuti” e si fa presente che “già nel 1977 un gruppo di esperti nominato dalla Commissione europea ha concluso che non sussite alcuna prova teorica dell’esistenza di una soglia di esposizione al di sotto della quale si può escludere l’insorgenza del cancro e che non è stato individuato alcun livello sicuro di esposizione all’amianto”. Sulla base di ciò, l’Ordine chiarisce poi “che il conferimento dei rifiuti in amianto in discarica non sembrerebbe il sistema più sicuro per eliminare definitivamente il rilascio di fibre di amianto nell’ambiente (in particolare nell’aria e nelle acque di falda) e che pertanto risulterebbe di gran lunga preferibile optare per impianti di inertizzazione dell’amianto”. E puntualizza che “la realizzazione di discariche di rifiuti di amianto è una soluzione solo provvisoria del problema, che così viene lasciato alle future generazioni, essendo la fibra di amianto pressoché indistruttibile nel tempo”.

 

E’ infine “il principio di precauzione nei confronti della salute dei cittadini” il vero discrimine: secondo l’Ordine dei Medici, dal momento che esso “deve essere  prevalente su ogni altro principio”, il giudizio di merito sulla sostenibilità dell’impianto vien da sè. E “a protezione dell’ambiente e della popolazione attuale e futura del territorio”, considerando che “in Piemonte è in atto un grande sforzo di attività di prevenzione sui tumori e che il rischio da amianto implementerebbe i dati statistici”, i Medici concludono il documento esprimendo il loro chiaro e forte no alla discarica.

Veronica Balocco

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